L'harmattan
L'harmattan, tecnicamente un aliseo tipico dell'Africa Occidentale, condiziona a tal punto il clima nell'area in cui soffia da essere considerato un disastro naturale e da dare il suo nome alla stagione caratterizzata dalla sua presenza. L'harmattan solleva sabbia da una duna - Copyright Pianeta Gaia Il vento si origina nel deserto del Sahara a causa dello scontro tra zone di alta pressione e bassa pressione e da lì soffia sopra tutta l'area circostante, fino al golfo di Guinea, di norma tra la fine di novembre e la metà di marzo, nel periodo in cui c'è meno sole. È talmente potente che la sabbia trasportata viene trovata anche in pieno Oceano Atlantico, a centinaia di chilometri dalla costa africana, e le navi mercan
Hokkaido IV
... segue Giorno 8° Lago Toya/ NoboribetsuAlle 7:30 ci accoglie un piccolo buffet per la colazione alla giapponese. Partiamo per un’altra famosa località termale, Noboribetsu. Arrivate, scopriamo che quel weekend si tiene il Noboribetsu Jigoku Matsuri, un festival che ogni anno nell’ultimo weekend di agosto celebra l’arrivo di Enma, il re dei demoni che vivono nella valle. Famosa per il suo paesaggio lunare e suoi fumi infernali è Jigokudani (lett. “Valle dell’Inferno”), la nostra prima tappa a Noboribetsu. Qui è possibile percorrere diversi sentieri che offrono un belvedere della valle e i suoi geyser. La Valle dell'Inferno di Noboribetsu - Copyright Pianeta Gaia Uno dei sentieri offre un breve percorso
Zimbabwe, Sudafrica e Botswana - VIII
... segue 29° giornoCome prevedibile, di prima mattina qualche goccia di pioggia ci accompagna a colazione, partiamo in direzione est lungo la N4 che ha tratti a pagamento. Fino a Rustenburg i lavori stradali rallentano il cammino, passata la locale township prendiamo vie minori verso Jericho, alcune non asfaltate ma in buono stato per la destinazione di giornata, il Borakalalo National Park che sorge attorno alla Klipvoor Dam, uno dei più recenti parchi della nazione. Si può passare la notte nei camping oppure uno stop nella splendida area di sosta proprio sul lago, paradiso dei pescatori oltre che d’infinite specie di volatili da terreni salmastri. Il parco è molto bello anche se di animali ne scorgiamo pochi a parte alcuni klipspringer, la picco
Il Messico di Tina Modotti
Un rapporto viscerale, di compenetrazione e mimesi, come il riflesso di uno specchio. Una questione di hermosura, come scrive Pino Cacucci che, alla grande fotografa e rivoluzionaria comunista nata a Udine nel 1896 e presto emigrata nelle Americhe, verso un destino unico e avventuroso, ha dedicato ricerche, libri, passione.Hermosura, cioè una bellezza vissuta, dolorosa, velata di tristezza, maestosa e sensuale:quella dell’artista (sebbene preferisse l’epiteto di fotografa, nell’accezione artigianale del termine) che fu allieva e compagna di Edward Weston, amica dei pittori muralisti Diego Rivera, David Alfaro Siqueiros, José Clemente Orozco e dell’immensa Frida Kahlo;quella del Messico,&
Hokkaido - III
... segue Giorno 6°/ Furano e Biei/ Asahikawa / SapporoSveglia alle 7:00, nella sala dedicata dell’hotel troviamo un buffet con vari piatti; in particolare ci colpiscono lo yogurt e il latte fresco di ottima qualità. Il tempo non ci risparmia, è una leggera pioggerellina cade mentre andiamo verso il Momijidani Hike, un sentiero di trekking abbastanza semplice, adatto anche ai non troppo organizzati. Dopo circa 40 minuti di camminata in salita, dove ammiriamo il paesaggio attorno a noi (e riprendiamo fiato), arriviamo alla cascata Momiji-no-taki, una meravigliosa ricompensa per un po’ di fatica e un po’ di fango sulle scarpe. A dieci minuti in macchina, la tappa successiva ci porta ad altre due cascate, anche queste nella classifica delle 100 c
Zimbabwe, Sudafrica e Botswana - VII
segue... 25° giornoNotte particolarmente calda, rallegrata da uccelli canterini, dopo colazione e dopo aver pagato il campeggio (estremo relax qui, nessuna fretta, chiacchiere su cosa si fa e come muoversi, bel posto) riprendiamo la A3 in direzione ovest per entrare al Makgadikgadi Pan Game Reserve dal Phuduhudo Gate che pare chiuso. Apriamo il cancello e dai bungalow degli addetti arriva un bambino che ci anticipa l’arrivo della madre, addetta all’ingresso ma ancora in casa, da qui ultimamente non passa nessuno. Non ha una mappa da lasciarci, ci consiglia di fotografare il grande quadro che funge appunto da cartina, tanto dice è impossibile perdersi andando in direzione Khumanga. Il percorso è sabbioso, necessario un 4x4, nella prima parte la
Hokkaido - II
... segue Giorno 4°/ AbashiriAlle 8:00 colazione, che passa inosservata, soprattutto se paragonata a quella del giorno prima. Alle 9:30 guidiamo fino al Lago Notoro e il suo promontorio, per una passeggiata con vista mare. Per pranzo decidiamo di tornare in città e dirigerci verso la zona del porto per mangiare una grigliata di pesce: in particolare, pettini di mare, calamari, ostriche e un salmone Sakura, una varietà indigena del Giappone. Il pesce fresco e la possibilità di cuocersi da soli il pesce su una griglia a carbonella permettono di assaporare tutta l’esperienza del barbecue. Alle ore 15, ci dirigiamo verso est e il Parco Nazionale dello Shiretoko (che purtroppo non abbiamo tempo di visitare). Nei quasi 70 km di tragitto fino alle cascate
Zimbabwe, Sudafrica e Botswana - VI
segue... 21° giornoGià di prima mattina, mentre prepariamo la colazione, il rombo degli aerei che sorvolano le Cascate Vittoria è una costante, la visita alle cascate per i più abbienti avviene appunto da questo punto di vista. Prima di uscire ne approfittiamo per lavare l’auto, nei dintorni dei bagni ci sono più gomme inserite in idranti a disposizione, così non costituiremo un’offesa alla nazione. Da qui il visitor center si raggiunge velocemente, poco più di un chilometro, c’è di fronte un parcheggio gratuito dove oltre alla solita paccottiglia da souvenir vanno a ruba le mantelle parapioggia. Riprendo dallo zaino il mio k-way tecnico pensando che sia la soluzione ideale, pagato il salato biglietto d
Il libro più grande del mondo
Non intendo parlarvi dell’ultima trilogia di gialli di un autore scandinavo da mettere in valigia o dell’edizione rilegata in pelle di un classico della letteratura mondiale, ma di un libro abbastanza sui generis, che si trova in Myanmar. Lo trovate alla Kuthodaw Pagoda di Mandalay, situata ai piedi della Mandalay Hill, il sito di pellegrinaggio ricolmo di pagode e monasteri di questa importante città birmana. Una delle steli iscritte - Archivio Fotografico Pianeta Gaia Non aspettatevi una biblioteca ricca di scaffali come queste qui e nemmeno un file che potete caricare sul vostro ebook reader, perché il libro in questione è composto da 729 lastre di marmo riportanti – su entrambi i lati – inscritti in lingua birmana.
I dieci luoghi più belli da fotografare - Parte I
Con questo articolo desidero raccontare i dieci posti che ho amato di più fotografare. Parlerò quindi, solamente di posti che ho visitato e fotografato personalmente. Va da se che una buona parte del mondo ne resterà esclusa, ma da qualche parte bisogna pur iniziare! I più curiosi possono visitare QUI la galleria fotografica dei nostri viaggi, in ordine alfabetico per nazione. Partiamo.... NORVEGIA: Aurora boreale e luce radente alle Isole LofotenL'aurora boreale poco fuori Svolvaer Le Lofoten sono un arcipelago al largo della costa norvegese. Durante la stagione estiva molte crociere ed escursoni turistiche arrivano lungo le sue sponde; ma nel periodo invernale, quando le ore di luce sono veramente basse, il posto rimane freddamente iso
Perché andare a New York
PERCHÉ ANDARE A NEW YORKLa Grande Mela è una città che stupisce e affascina tutti. Tutti abbiamo visto in TV tantissimi aspetti di questa strabiliante città e, credetemi, ogni volta in cui ci torno, è sempre una grande scoperta. Grazie ai miei genitori, ho avuto la fortuna di andarci e tornarci più volte. Il mio primo viaggio negli Stati Uniti, nell'ormai lontano 1992 è stato proprio a New York e in Florida. Ricordo ancora lo stupore di camminare con il naso all’insù e non riuscire mai a vedere la cima dei grattacieli. Ero affascinata. Ricordo che allora c'era un po’ di delinquenza, ma dopo l’avvento del sindaco Giuliani è proprio vero che la città è cambiata. Ora puoi and
Hokkaid? - I
Giorno 1° / Chitose Ci troviamo all’aeroporto di Chitose: Vittoria arriva dal caos cosmopolita di T?ky?, io dal placido tran-tran estivo di K?be, entrambe scappate alla tipica afa estiva del Honsh? e i suoi 40 gradi. Salutateci dopo tanto tempo lontane, ci dirigiamo al banco noleggio per le auto - primo step fondamentale nella nostra scoperta del Grande Nord giapponese - dove un autista ci attende per portarci al punto pick-up macchine. Finalmente in possesso del nostro mezzo di trasporto per questi nove giorni, Vittoria sperimenta i suoi primi 15 minuti di guida “all’inglese” che ci portano al nostro primo hotel: il Route Inn Chitose Ekimae. Siamo da neppure un’ora e mezza a Chitose, ma l’aria fresca e la voglia di esplorare ci spingono a
Zimbabwe, Sudafrica e Botswana - V
... segue 17° giornoL’unica spinta ad alzarsi è data dalla presumibile vista sull’infinito che si stacca da quassù. E in effetti così è, sotto di noi un mondo verde tra lo spaccato delle montagne da cui ieri siamo saliti. Col sole sempre più alto tutto s’illumina e terminata colazione spendiamo un po’ di tempo davanti a questo spettacolo e nemmeno il burrone non protetto ci allontana. Raggiungiamo anche il viewpoint sulla gola, bello ma meno spettacolare, poi facciamo tappa agli uffici del parco, zona con almeno una decina di costruzioni, qui vivono numerosi inservienti con le famiglie al seguito (questo in teoria, forse nei periodi di punta presumibilmente), e viene da chiedersi a cosa servano visto che nulla
Il Messico di Frida Kahlo - III
... segue Fondamentale è poi il Museo Dolores Olmedo, a Xochimilco, quartiere dichiarato patrimonio UNESCO grazie ai giardini acquatici che rendono famosi i suoi laghetti da almeno 800 anni, cioè da quando il primo signore della cittadella, Acatonalli, creò degli ingegnosi orti galleggianti, le “chinampas”, ricavati in isole artificiali formate da armature di legno e fibre intrecciate che venivano riempite di fanghiglia e terriccio. La ricca filantropa da cui prende nome l’esposizione, alloggiata nell’hacienda di fine XVI che acquistò nel 1962, era amica di Frida Kahlo, Rivera e della sua prima moglie, altra pittrice, Angelina Beloff, e accumulò nel corso degli anni la più grande collezione esistent
Zimbabwe, Sudafrica e Botswana - IV
...segue 13° giornoUno scroscio di pioggia non ci viene mai negato, fortuna che all’ora della colazione il sole fa già capolino, continuiamo a visitare il parco con destinazione Fort Chawomera. Fino a Brighton Beach, sorta di piscina naturale sul fiume, il sentiero non è male, dopo diviene niente di più che due solchi tra l’erba, la deviazione per il forte giusto da immaginare. Del forte, come ci avevano detto, ben pochi resti, è piuttosto la posizione a rendere bella la vista in una giornata di sole, anche se qualche nuvola già compare. Usciamo da questo lato di parco per andare nella zona di Pungwe, non raggiungibile internamente. Dalla A14 prendiamo l’indicazione della Pungwe Scenic Drive, questa dopo 4 km svolta
Il Messico di Frida Kahlo - II
... segue La tappa iniziale del viaggio nel Messico di Frida Kahlo non può che essere Coyoacán, il sobborgo barocco della capitale eletto nel XVI secolo da Hernan Cortés a propria dimora definitiva, un tranquillo quartiere dal variopinto aspetto coloniale fulcro, a partire da fine '800, di una vivace scena bohémien che espresse l’Estridentismo e animava le viuzze squillanti di giallo e di rosso, l’ombra fresca del Jardín Hidalgo, le piazzette chiuse da incantevoli chiese barocche. La Casa Azul, alla lettera “casa azzurra”, è la luminosa dimora dell’infanzia di Frida dove lei, alla morte dei genitori, nel 1941, tornò con Rivera, creando un cenacolo artistico frequenta
Zimbabwe, Sudafrica e Botswana - III
... segue 9° giornoCi prepariamo la colazione nel parcheggio della guest house, alle 7:30 la temperatura già oltrepassa i 30°, si prospetta una giornata calda in tutti i sensi. Lasciamo il covo pakistano dopo vari saluti e la richiesta di dire ad amici e conoscenti la bontà del posto, usciamo da Musina seguendo il flusso in lento movimento verso il posto di confine pronti ad affrontare lunghe trafile che iniziano subito. La coda si forma un kilometro prima di incanalarci verso il primo dei controlli, molta gente prosegue a piedi scendendo da ogni mezzo possibile, brutto segno. Un inserviente devia i mezzi in due spazi distinti, noi andiamo in quello più grande proseguendo di fatto diritto, lì ci indicano dove parcheggiare e nient’a
Il Messico di Frida Kahlo - I
Frida Kahlo e il Messico. Un’endiadi. Iniziamo con un giudizio di Diego Rivera, il grande pittore muralista che la sposò due volte (nel 1928 e nel 1940, dopo il breve divorzio del 1939), il “grosso rospo”, il marito protettivo, il bambino pingue bisognoso di affetto, quello mai nato, il “Diego. io / Diego. universo / Diversità nell’unità” che, nonostante i tradimenti raffigurati nei dipinti come devastanti coltellate (cfr., Qualche colpo di pugnale, 1935), per un moto spontaneo sapeva far posare la “leggiadra colomba”, – dando quiete alle sue ali fisiche incapaci di sostenere il desiderio di volare innato nella sua anima, in ogni anima -, nel circolo de L’amor
I pellegrini di Katoosa Villas
Ci sono luoghi che non appaiono in nessuna guida di viaggio ma che meriterebbero una visita. Uno di questi è il sito dei Martiri di Katoosa Villas. Mi trovavo in Uganda con un mio cmpagno di avventure e, dopo aver invano cercato un bus che ci portasse da Fort Portal al Parco Nazionale di Murchison Falls - a dire il vero, non riuscivamo nemmeno a trovare la stazione del bus, pioveva e le indicazioni che ci davano erano contrastanti -, la fortuna ci accorse in aiuto sotto le sembianze di un corpulento tedesco che stazionava in un bar, seduto al tavolo con una birra. Gli chiedemmo informazioni e costui si rivelò essere uno molto introdotto, che ci avrebbe trovato un autista che ci avrebbe permesso di raggiungere l
Zimbabwe, Sudafrica e Botswana - II
... segue 5° giornoPrima colazione da campo, sistemate tenda (rapidissima, all’interno si possono lasciare sacco a pelo, cuscino, abiti, è dotata di luci a led per leggere consumando praticamente nulla), sedie, tavole e suppellettili, partiamo alla visita della GR dove abbiamo sostato. L’animale più presente è il waterbuck, ma gnu, zebre, struzzi non mancano. Peccato solo l’invasione di mosche, poi usciamo per dirigerci alla Sterkfontein Caves (visita solo guidata in inglese, dotati di casco di protezione, consigliabile portarsi una torcia se non uno smartphone con led per illuminare) dove visitiamo le grotte, luogo di ritrovamenti degli ominidi che dal luogo traggono il nome. Questa visita assieme a quella di Marop
Birmania: la terra dei monaci
La Birmania è uno dei paesi più devoti del mondo: quasi il 90% dei suoi 53 milioni di abitanti si professa buddhista e si calcola che abbia circa mezzo milione di monaci, un incredibile 1% della popolazione, di cui circa 75.000 sono donne. Il Buddhismo che si pratica da queste parti è il Buddhismo Theravada, più rigoroso e ascetico e diffuso nei confinanti Cambogia, Laos, Thailandia e Sri Lanka (da dove proviene) mentre il Buddhismo Mahayana ha avuto più presa in India, Cina, Giappone, Vietnam, Corea e Tibet (dove ha preso una direzione tutta sua potendo definirsi un Buddhismo a sé stante, il Vajrayana). Un monaco in meditazione alla Shewdagon Pagoda di Rangoon Entrare in un monastero è la cosa più normale pe