Nella Valle dell'Omo, Etiopia - Parte III
...segue 6° giorno - Body painting Oggi si gira a piedi, visitando i villaggi nei dintorni di Benchagi, accompagnati da una scorta armata. Dopo aver attraversato una foresta dove vi sono dipinti Suri sulle rocce nel sentiero, giungiamo al fiume Magalogne dove i locali si recano per diversi motivi. Innanzitutto vi portano le bestie ad abbeverarsi ma anche, cosa che non fanno altrove, usano l'acqua, che ha delle proprietà dovute a qualche fenomeno di tipo vulcanico, per purificarsi l'intestino: bevono a grandi sorsi, usando delle calebasse, e poi attendono che, dopo pochi minuti, l'acqua sortisca l'effetto desiderato e vomitano. L'altro utilizzo è la pittura del corpo, che gli uomini effettuano spalmandosi del fango che poi disegnan
Patagonia - VIII
... segue 29° giornoArriviamo a Mar Del Plata verso le 11, troviamo subito da dormire vicino alla stazione dei bus in un hostel gestito da un immigrato italiano (ma qui lo sono quasi tutti). Ci dirigiamo subito in spiaggia, che qui è grande e strapiena di gente. Sembra quasi di essere a Rimini, solo che il mare è molto ma molto più mosso e gelato. Ci dirigiamo poi verso il porto dove tra le 17 e le 18 rientrano tutte le barche dei pescatori che scaricano infinite casse di pesce vendute a ristoratori e al mercato. Qui vicino c’è anche una grande colonia di leoni marini, se non la vedete, seguite l’incredibile puzza che raggiunge il porto. Sempre in zona porto ci sono svariati ristoranti di pesce, noi ne tentiamo uno indicato come tenedo
Nuova Zelanda & Polinesia
DESTINAZIONE: Nuova Zelanda e Polinesia DATA DEL VIAGGIO: 31 marzo - 24 aprile PERCHÉ QUESTA SCELTA: Volevamo isolarci dal mondo per 3 settimane... Andare il più lontano possibile, là dove se non fosse per le 3 settimane di viaggio di nozze difficilmente saremmo mai andati. In Australia io ero già stata, e allora ho proposto a Camillo la Nuova Zelanda, che ci era stata consigliata da amici, e che ci aveva affascinato nel Signore degli Anelli. Entrambi eravamo molto incuriositi da questo paese così lontano e cosi diverso... Dove gli uccelli autoctoni non sanno volare perché non essendoci mammiferi in origine non ne avevano bisogno! Naturalmente però non sarebbe stata una honeymoon come si deve senza un’estensione mare co
La Via della Seta - III
...segue 7° - Bioritmi opposti Colazione in una spettacolare stanza cesellata di nicchie di tutte le fogge e anche qui squisite marmellate fresche e altre golosità di questa terra che regala frutta e verdure deliziose, oltre a uova, affettati ed altre più palesi concessioni ai gusti occidentali. La guida è puntuale e cominciamo il giro dei tanti siti storici della città, nonostante qualche problema di stomaco (lo so quello che state pensando, ma non può essere colpa del gelato!) mi infiacchisca non poco. Il giro comincia dal tozzo ma allo stesso tempo raffinato mausoleo Ismail Samani, uno degli edifici più antichi della città essendo stato costruito nel 905. La sua peculiarità consiste nell'elaborata
Isole ecologiche (in un altro senso)
Una delle attrattive più interessanti del lago Titicaca, il più grande del Sud America e con i suoi 3800 mslm il più alto al mondo fra quelli navigabili con imbarcazioni che non siano delle semplici canoe, solo le cosiddette Isole Uros. Gli Uros sono un popolo pre-incaico che vive su una quarantina di isole artificiali che galleggiano sul citato lago, sulle cui sponde sventolano le bandiere peruviana e boliviana. L’insediamento su queste isole, che in caso di necessità possono essere spostate, è stato orginato per tentare di sfuggire all’aggressivo Impero Inca che li costringeva a pagare tributi e spesso li trasformava in schiavi. I rapporti coi vicini Aymara invece sono sempre stati pacifici e a forza di matrimoni misti ora gli Uro
Ogni scarrafone... è buono a mamma Soia
In precedenza vi ho parlato in maniera generica del cibo cinese in Cina, come dettovi piuttosto diverso da quello che si vede in Italia, ma non avevo ancora parlato di alcune specialità locali che non vengono proposte fuori da patrii confini anche perché sicuramente poco "digeribili" per il pubblico occidentale. Entriamo così nel classico discorso sulle stranezze che i cinesi hanno il coraggio di mangiare, spesso alimentato da leggende metropolitane. Per loro stessa ammissione i cinesi mangiano qualsiasi cosa abbia quattro zampe, tranne i tavoli. Ma non è un limite invalicabile: basta recarsi al mercato notturno nella zona di Wangfujing, a Pechino, per rendersi conto che il numero di zampe non costituisce un problema. È il quartiere d
La Cina delle minoranze etniche - Parte II
...segue 4° giorno - Stupende terrazze La sveglia è suonata puntuale per essere pronto all'alba ma fuori è ancora piuttosto buio: tutto coperto di nuvole. Esco ugualmente e comincio la ricerca degli angoli migliori da immortalare. Oltre al sole che esita a fare il suo lavoro, c'è qualcos'altro che gioca a mio sfavore: a metà aprile le risaie dovrebbero essere tutte colme d'acqua, offrendo un ulteriore elemento di spettacolarizzazione alle fotografie, ma questo inverno è stato particolarmente siccitoso e solo con le pioggie di aprile le risaie si stanno colmando d'acqua. Peccato, ma visto da quassù il paesaggio è ugualmente maestoso e mi rincuoro pensando che, se ci fosse il sole, non ci sarebbero
Poveri ma belli
Quando pensate all’Africa qual è la prima immagine che vi viene in mente della sua gente? Un bambino macilento che lotta contro il denutrimento? Un popolo di pastori il cui stile di vita sembra essersi fermato a qualche secolo fa? Dei ragazzini rapiti alle famiglie d'origine trasformati in soldati-bambino? L'Africa sa anche essere un continente dove la gioia di vivere riesce ad avere la meglio su tutto e tutti, a volte in maniera davvero sorprendente. A Kinshasa, la capitale della Repubblica Democratica del Congo, si trovano degli apparentemente improbabili edonisti: si tratta dei “Sapeurs”, ovvero gli appartenenti alla “Sape”, acronimo derivato da Société des Ambianceurs et des Personnes Élégantes (Societ&agrav
Messico, Guatemala e Belize
1° giorno Dall’aereoporto di Bologna con volo Iberia raggiungiamo Madrid, e da lì con Iberworld (servizio molto più scarso, si pagano auricolari ed alcolici) arriviamo in anticipo all’aereoporto di Cancun. Verrete travolti da chi vi propone il taxi per la città, ma ad una cifra infinitamente più bassa c’è il bus per la stazione degli autobus (30 minuti). Da qui in taxi raggiungiamo in 5 minuti Puerto Juarez che è il luogo di partenza per raggiungere Isla del Las Mujeres in 30 minuti. Il centro abitato è attaccato all’attracco, ci sono molti posti dove dormire, noi troviamo posto presso Hotel Osorio che non ha aria condizionata ma le pale e acqua purificata gratis. L’abitato è tranquillo, pi
Il cibo cinese in Cina
I Cinesi sono convinti che la loro cucina sia la migliore del mondo, se non altro perché la fanno risalire al Tao, la forza universale che governa tutti gli aspetti della vita e quindi anche ciò che si mangia. Mentre noi valutiamo il cibo in base a proteine, vitamine, grassi e zuccheri, i cinesi prestano attenzione all'effetto termico dei diversi alimenti: gli ingredienti caldi contengono molto Yang, quelli freddi rappresentano lo Yin. Attenzione che l'attributo di "caldo" o "freddo" non è dato dalla temperatura a cui sono serviti i piatti: ad esempio, un tè bollente alla menta è da considerarsi un "cibo freddo", perché la menta ha qualità rinfrescanti. Aldilà della filosofia che la genera,
Patagonia - VII
...segue 25° giornoCol bus andiamo a El Chalten, percorso prevalentemente su strada sterrata (ma stanno costruendo quella nuova, presumibilmente asfaltata). Il viaggio dura sulle 5 ore. Prima di entrare in paese ci si ferma presso i guardiaparco per le istruzioni comportamentali. Il paesino è già all’interno del parco e bisogna atteneresi scrupolosamente al regolamento. El Chalten è sorto negli ultimi 15 anni, base privilegiata per le ascensioni al Fitz Roy e al Cerro Torre, le due montagne simbolo della Patagonia. Una volta lasciati gli zaini presso il nostro hostal, ci dirigiamo verso la fine del paese dove parte il sentiero che porta verso il Fitz Roy. Un giro di 11 km permette di arrivare a uno splendido mirandor e di rientrare costeggian
Nella Valle dell'Omo, Etiopia - Parte II
...segue 4° giorno - Problemi logistici Visitiamo la piantagione di caffè di Bebeka. Le piante che danno il prezioso chicco sono piccole ma gradiscono l'ombra e quindi sono circondate da verdi giganti, il paesaggio è umido ma ugualmente gradevole. Ci dirigiamo a sud e comincia la parte più interessante del viaggio. D'ora in avanti, e fino all'attraversamento del fiume Omo, si potrà solo campeggiare. Entriamo in territori sempre meno frequentati, siamo a meno di 10 km dal confine col Sudan e, anche se non li distinguiamo, in questi villaggi ci sono diversi profughi provenienti da quella sfortunata terra. Passiamo dal villaggio di Kuja, a maggioranza Menit, e da Dima, abitato dagli Anuak. Questi ultimi mostrano già dive
Patagonia - VI
... segue 21° giornoGiorno per organizzareci sul da fare. Arrivare all’isola di Navarino è arduo, costoso e casuale. Ci sono gommoni che attravesano il canale di Beagle, ma solo tre volte alla settimana e solo se hanno 10 persone. In ogni caso, il passaggio di sola andata costa 100$ a testa. Il problema è che se non trova 10 persone che vadano non vengono a prenderti. Qui tra argentini e cileni c’è un odio incredibile, sembra quasi che gli argentini facciano di tutto per non farti andare sull’altro versante, ma è anche comprensibile, con la storia della città alla fine del mondo Ushuaia si è creata un boom turistico incredibile, se Puerto Williams si inserisse la cosa potrebbe cambiare. Navarino fino al 1999 era rise
Mondi in bilico: I Daasanach
Conosciuti anche come Daasanech, Dama, Dasenech, Dathanaic, Dathanaik, Dathanik, Gallab, Galuba, Gelab, Geleb, Geleba, Gelebinya, Gelubba, Gheleba, Marille, Merile, Merille, Morille, Reshiat, Shangilla. I Daasanach sono un gruppo etnico presente in Etiopia, Kenya e Sudan. La loro terra di origine è in Etiopia, nella terra che circonda il lato settentrionale del lago Turkana: sono, di fatto, l'etnia che vive più a sud nel paese. Secondo il censimento del 2007 sono 48.067 (pari allo 0,07% della popolazione etiope), di cui 1481 vivono in città. Tradizionalmente sono dediti alla pastorizia, ma ultimamente sono diventati anche agricoltori. Negli ultimi 50 anni circa hanno perso gran parte delle loro terre, principalmente a causa del fatto che sono stati esclu
Inevitabili casi di omonimia
Nell'incantevole isola di Bali, nota per le sue spiagge, per le verticali risaie e per la paradisiaca rilassatezza che la contraddistingue (almeno fino a prima che pure lì l’integralismo islamico gettasse la sua sinistra ombra), c’è un sistema per dare i nomi ai figli che può generare qualche confusione. I Balinesi, a differenza della quasi totalità degli abitanti delle altre isole indonesiane, sono hindu e quindi seguono il sistema delle caste, anche se in maniera molto meno rigida che in India, e scelgono i nomi da dare alla prole secondo un preciso ordine: il primo figlio/a viene chiamato Wayan, il secondo Made, il terzo Nyoman e il quarto Ketut. Esistono alcune variazioni (ad esempio al posto di Wayan si può usare Putu o Ged
La Via della Seta, Uzbekistan - Parte II
4° giorno - Samarkanda La guida ci prende in consegna al mattino e ci porta subito allo Shah-i-Zinda, che significa "Tomba del Re Vivente". In realtà è un susseguirsi di mausolei, uno più bello dell'altro, lungo uno stretto asse centrale. L'edificio più delizioso è il mausoleo di Shodi Mulk Oko, dedicato ad una sorella e una nipote di Tamerlano, decorato da splendide piastrelle di maiolica talmente ancora perfette da aver necessitato solo in minima parte di quel restauro, a volte fin troppo aggressivo e discutibile, a cui sono stati sottoposti molti monumenti uzbeki. Spostandoci a piedi attraversiamo il bazar, meno vasto di quello di Tashkent ma non meno fornito di leccornie di ogni foggia e colore, apprezziamo il pan
La festa dei Ceri di Gubbio
Sole, pioggia, vento... È sempre il 15 maggio nella città di pietra! C'è in Italia una città, antichissima per origine e splendida nella sua architettura medievale in pietra, Gubbio, i cui cittadini e, insieme a loro, quanti eugubini vivono altrove, trascorrono nella quotidianità di piccole e grandi cose 364 giorni dell'anno. Poi il 365esimo esplode la loro identità, la loro eugubinità, in modo incontenibile e appassionato e questo ormai da secoli e secoli, di certo dal 1160, forse dall'antichità preromana. Il 15 maggio di ogni anno, con il sole o con la pioggia, anche la più torrenziale, la “sbattocolata” e la “distesa”, suonate festose del loro Campan
Cheese...
Da appassionato di culture extraeuropee e fotografo amatore, mi sono trovato spesso nella condizione di voler fotografare dei soggetti non facili e anche, cosa che non amo, di dover pagare per uno scatto fotografico. Penso alla Valle dell'Omo in Etiopia dove ciò è assolutamente la norma ma anche altrove, in mezzo alle minoranze etniche in Cina e Vietnam ad esempio, anche se qualche volta mi è capitato, quando ormai mi aspettavo di dover pagare, che il soggetto non abbia voluto denaro in cambio della posa, semplicemente orgoglioso di essere ripreso nei costumi tradizionali (che gli avevo specificamente chiesto se disponibile a tirare fuori dall'armadio e indossare). Il contatto con un locale per ottenere una foto è un'operazione da svolgere
Patagonia - V
...segue 17° giorno Partiamo per il Parco Nazionale Torres del Paine. Qui tutto costa come l’oro, dimenticate di essere in Sud America, vi fanno pagare anche le buste dello zucchero! Entrare al parco costa 10.000p, poi il bus vi può scaricare in tre punti: all’ingresso, all’imbarco del catamarano oppure al termine del percorso. Noi prendiamo il catamarano per attraversare il lago Pehoe e raggiungiamo il camping che si trova presso il rifugio. Avevamo prenotato le tende da Puerto Natales, così le troviamo già montate. Una doppia costa 6500p, il posto nel camping 3500p, poi se non avete sacco a pelo e materassino dovete aggiungere circa altri 5000p (noi ne eravamo provvisti, quindi non so il costo esatto). Da qui il percorso pi
La Cina delle minoranze etniche - Parte I
1° giorno - Variazione indolore Cominciamo subito bene: è il 16 aprile e il vulcano islandese dall'inpronunciabile nome di Eyjafjallajökull è arrabbiato, erutta ceneri già da alcuni giorni ma solo da oggi gli aeroporti cominciano a chiudere anche nell'Europa continentale, come la lunga fila per il check in rivela prima ancora che riesca a parlare con un operatore. Viaggiando con la KLM avrei dovuto fare scalo ad Amsterdame e da lì ripartire verso Pechino, peccato solo che dalla capitale olandese si possa atterrare ma non decollare. Alla fine però non pago dazio: vengo dirottato su Francoforte, in pratica accorciando sia il primo volo che il secondo. Morale: arrivo a Pechino un quarto d'ora prima di quanto sarei arriva
Mondi in bilico: Gli Hamer
Gli Hamer sono un popolo dell'Etiopia meridionale. Vivono nel distretto di Hamer Bena (dal nome delle due etnie principali) in una fertile area di colline coperte di arbusti nel lato sinistro della valle del fiume Omo. Sono in maggioranza pastori e quindi la loro cultura assegna grande importanza al bestiame. Il seguire il bestiame è considerata pratica importantissima e questo va in conflitto con gli obblighi scolastici al punto che, secondo un funzionario locale, solo sei Hamer hanno completato l'istruzione secondaria. Secondo il censimento del 2007 gli Hamer-Banna sono circa 50.000, di cui poco meno di un migliaio vive in città. Gli Hamer veri e propri sono stimati essere circa 23.700. In teoria musulmani sunniti (osservano i cinque precetti islamici), i