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Isole ecologiche (in un altro senso)

Le cosiddette Isole Uros del Lago titicaca
02 Luglio 2012

 

Una delle attrattive più interessanti del lago Titicaca, il più grande del Sud America e con i suoi 3800 mslm il più alto al mondo fra quelli navigabili con imbarcazioni che non siano delle semplici canoe, solo le cosiddette Isole Uros.

 

Gli Uros sono un popolo pre-incaico che vive su una quarantina di isole artificiali che galleggiano sul citato lago, sulle cui sponde sventolano le bandiere peruviana e boliviana. L’insediamento su queste isole, che in caso di necessità possono essere spostate, è stato orginato per tentare di sfuggire all’aggressivo Impero Inca che li costringeva a pagare tributi e spesso li trasformava in schiavi. I rapporti coi vicini Aymara invece sono sempre stati pacifici e a forza di matrimoni misti ora gli Uros si sono praticamente fusi con loro, oltre ad averne adottato la lingua ormai da secoli. Gli Uros sono stimati essere circa 2000, e solo alcune centinaia di essi vivono ancora nelle isole artificiali.

 

Le isole, come le imbarcazioni usate dagli Uros, vengono costruite con la totora, un tipo di canna che cresce nelle acque del lago. Le fitte radici che sviluppano formano uno strato profondo anche un paio di metri detto khili, che costituisce la base delle isole ma che tende a marcire velocemente, costringendo gli abitanti delle isole ad aggiungere nuovi strati di totora sulla cima circa ogni tre mesi. Le isole più piccole ospitano due o tre famiglie, le più grandi fino a dieci e una torre di avvistamento, anch’essa costruita con la totora. Alcune dispongono di scuole per i più piccoli, energia elettrica ottenuta da pannelli solari (che fanno funzionare anche televisori) e addirittura una stazione radio.

 

Donne Uros nel colorato abbigliamento tradizionale

Donne Uros nel colorato abbigliamento tradizionale - Archivio Fotografico Pianeta Gaia

 

Camminarci sopra dà l’impressione di essere sopra un gigantesco materasso, coi piedi che affondano di alcuni centimetri ad ogni passo e se, come me, poggerete un ginocchio a terra per scattare una foto, ve lo ritroverete bagnato. Ovviamente l’ambiente è piuttosto umido e non credo che dormire nelle capanne sia cosa particolarmente salutare, anche considerando le rigide temperature notturne che si trovano a queste altitudini. Ma è sicuramente una delle cose che spinge i turisti a visitare le isole, anche se l’aumentato flusso di pedoni ne velocizza il deterioramento e quindi richiede manutenzioni più frequenti da parte degli Uros che, ormai indaffarati ad accogliere i visitatori, hanno sempre meno tempo a disposizione per questa ciclica operazione.

 

La totora è vita per gli Uros. Non solo costituisce il materiale con il quale costruiscono le abitazioni e i mezzi di trasporto ma è anche un alimento (la parte bianca finale viene mangiata), uno stimolante (alla pari delle foglie di coca per i peruviani), un medicinale per diversi problemi di salute (dalla prevenzione della gotta alla cura del dolore e dei postumi dell’alcol) e infine ci si può ricavare un thè. Inoltre la usano come merce di scambio con gli abitanti della terraferma e ne ottengono souvenir da vendere ai turisti. Insomma, un materiale irrinunciabile e a basso impatto ambientale, che permette l'esistenza di isole ecologiche nel senso più pieno del termine.

 

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