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Messico del Nord e Bassa California - VIII

Il dettagliato diario di viaggio del nostro Luca
12 Novembre 2016

 

...segue 

 

29° giorno

Arriviamo a Morelia dopo 12:45 di viaggio, oltre ad un’ora recuperata di fuso, con un bus andiamo in centro, ma è una soluzione che sconsiglio perché i bus girano sulle direttive prossime al centro senza entrarci, a differenza dei piccoli combi che vanno ovunque e costano uguale. Dopo un lungo girare a piedi, troviamo da dormire allo storico Hotel Señorial, storico in tutto perché sembra uscire dritto dritto dagli anni '40 senza nessuna variazione, né alle camere né al patio su cui queste danno. Nei dintorni è pieno di comedor, ne scegliamo uno a caso lunga la Jimenez angolo Tapia (sono senza nome) dove cadiamo sulla specialità locale, gigantesche quesadillas preparate al momento e fritte, ripiene, oltre che di formaggio, di quello che si preferisce. Il Mercado Dulce, che si trova proprio da queste parti, è un paradiso senza fine delle ghiottonerie dolci, sovente fatte con frutta caramellata predisposte in coreografiche confezioni, ma ci si può trovare di tutto, da camisetas, a preziosi oggetti d’argento o tanto cuoio e pelle lavorata in mille maniere, posto ideale per le ultime spese del viaggio. Però il richiamo principale della città è per tutti la sua cattedrale che mette assieme più stili architettonici e che sorge nel mezzo di due ampie piazze. Strano ma vero, non si paga ad entrare, così possiamo vedere una scultura in mais essicato che raffigura el Señor de la Sacrestia, veneratissimo dai moreliani. Tutti i palazzi limitrofi sono classiche costruzioni coloniali, gli spagnoli scelsero Morelia come luogo preferito nel loro lungo periodo di stanza nel nuovo mondo (molto più salubre del DF, paludoso e malarico), così pian piano iniziamo le varie visite passando dal Palacio de Justicia  all’interno del quale sorge un piccolo museo che ripercorre la storia fotografica di Morelia, per passare poi ai luoghi di Morelos, personaggio fondamentale dell’indipedenza messicana, di cui si trova uno splendido murales nelle scale del Palacio de Justicia. Le case di Morelos sono più significative per quello che rappresentano che per quanto si possa vedere, ma passarci ne vale la pena, soprattutto in questo momento che coi festeggiamenti del bicentenario dell’indipendenza tutto è tirato a lustro e ben illustrato. Andando verso est si raggiuge Plaza Villalongin da dove parte il lungo e ben conservato acquedotto, e in Plaza Morelos c’è il fiabesco Santuario de Guadalupe, forse l’interno più psichedelico di tutte le costruzione religiose del Messico. Risaliamo la pedonale ed alberata calzada Fray Antonio de San Miguel, tempio degli universitari locali per immergerci nella Morelia casuale, passando tra vie e piazze sempre molto affollate. Il massimo della vita si ritrova nel Jardin de Las Rosas, trovarci un posto per cenare è un’impresa anche perché tutti bevono e nessuna mangia, così come fatto sovente nei giorni passati preferiamo optare per un dei soliti comedores in zona del nostro hotel, che non saranno il massimo della forma ma garantiscono una sostanza non indifferente a prezzi irrisori. Per finire, un giro serale tra i luoghi di Morelia illuminati a dovere prima di incontrare un letto vero e proprio dopo due notti di fortuna, devo però dire che le attese per Morelia erano alte causa il tanto parlare della città tra i viaggiatori incontrati ed i messicani stessi, invece non ne ho colto questa magnificenza, una bella città coloniale ma in Messico ho visto di meglio o forse di più caratteristico.

 

Plaza Morelos, Morelia

 

30° giorno

Colazione in uno dei soliti comedor poi con un combi (a parte le isole pedonali passano praticamente e fermano ovunque) raggiungiamo la Central Camionera e con un pulman raggiungiamo il DF arrivando al Terminal Norte. Da lì in metro ritorniamo all’hostal, questa volta la camera da sei è completa, spazi risicatissimi, ma camere miste, almeno qualche vantaggio il pienone lo porta. Passato il Natale lo Zócalo si mostra in tutto il suo splendore, senza pista di pattinaggio, tribune e banchetti vari, la vista sul Palacio Nacional e sulla Catedral è splendido, grazie anche ad un cielo incredibilmente azzurro per il luogo. Visto che la città la conosciamo già piuttosto bene ne approffitiamo per un giro in tutta traquillità con meta il Mercado de Artesanías la Ciutadela, uno dei migliori del centro, luogo ideale dove investire gli ultimi pesos rimasti. Dopo averci passato qualche oretta, da qui a piedi raggiungiamo la Alameda (parco-via) per farci anche noi una vasca preserale dove rimirare illuminato splendidamente il grande e maestoso Palacio de Bellas Artes, per poi finire ad investire gli spiccioli avanzati in un’ultima cena in avenida 5 de Mayo, posto scelto dalla grande calca di indigeni, rivelatosi ottimo, sia per qualità, quantità e varietà di piatti proposti. Un posto popolare ma frequentatissimo da giovani e meno giovani. Ovviamente la cena sarebbe stata compresa all’hostal, ma essendo l’ultima ci siamo regalati qualcosa di gustoso cercando di non andare oltre alle spese previste per l’indomani e finendo così chirurgicamente i pesos rimanenti. Rientrati all’hostal per un’ultima serata in terra messicana da passare sulla solita vivacissima terrazza, finiamo per dover giustificare l’anomala situazione politica italiana ad un professore dell’università di Vancouver di origine coreana (in un viaggio di 6 mesi, uno dei quali passati a far volontariato in Guatemala, con un passato di 2 anni in Italia) ed una ragazza argentina (al primo giorno di un viaggio senza una precisa data di ritorno, beata lei) che proprio non si spiegano l’immobilismo politico che ci attanaglia nel sostenere il caudillo locale. La conversazione diventa lunga mentre la musica pompa a volume elevatissimo, dover pensare di abbandonare il girovagare nel mezoamerica per rientrare nella nostra realtà è alquanto pesante ma occorrerà abituarcisi.

 

Palacio Nacional, Città del Messico

 

31° giorno

Finita colazione nella ormai casalinga terrazza, con la metro (3 cambi, e questa volta farli con lo zaino è decisamente più pesante e scocciante) raggiungiamo l’aereoporto Benito Juarez (l’eroe nazionale, di origine india, colui che portò a tutti gli effetti il Messico ad essere libero ed indipendente). La fermata della metro è appena fuori dall’aereoporto, per arrivare alle partenze internazionali occorre camminare per oltre un chilometro. Chi volesse imballare il proprio bagaglio sappia che costa più che in Europa, come al solito gli aereoporti vantano prezzi esosi ovunque, a prescindere dal contesto in cui si trovano. Le procedure sono velocissime, l’imbarco e la partenza puntuali, e così verso mezzogiorno siamo già in volo. Il menù di bordo è identico a quello dell’andata così evito la pasta che poi sarebbero tortellini al ragù, che ricordo inodori ed insapori. La carne è decisamente meglio, poi per chi volesse ci si può servire autonomamente sul fondo dell’aereo per il bere per tutto la trasvolata, considerando che questo tipo di airbus ha gli schermi televisivi praticamente inutilizzabili, è una ancora di salvezza. Adeguando il fuso a quello di Madrid, ci viene servito uno snack serale e poi le luci si spengono.

 

32° giorno

Arriviamo in perfetto orario al terminal 4S di Madrid Barajas, da lì con la metro interna raggiungiamo il terminal 4, controllo passaporti, poi bagagli a mano e in uno degli ultimi gate viene annunciato il volo per Bologna. A differenza di qualche anno fa non ci sono più gli “acquari” per fumatori, se proprio non riuscite a farne a meno occorre uscire e quindi rifare le pratiche di accesso con controllo passaporti e bagaglio. Il volo Air Regional è puntuale, viene servito un semplice bicchier d’acqua con ben 2 biscotti, ma ormai siamo a casa, giusto il tempo di decidere quali saranno le prossime mete di viaggio che l’aereo tocca terra a Bologna, ma come al solito quando si tratta di scovare un luogo da scoprire le idee non mancano mai.

 

Il Palacio Nacional de Bellas Artes, Città del Messico

 

2 note di commento

Il viaggio si è svolto tra dicembre e gennaio, temperature ottime di giorno, fresco quando non freddo di notte in quota.Tutti i costi riportati sono da intendersi a persona quando non specificato. Un € valeva nell’inverno 2010/11 indicativamente 16,5 pesos. I bancomat sono in tutte le città, non abbiamo mai avuto problemi a ritirare contante, i Bancomer hanno comissioni più basse delle altre banche. In Baja California quasi tutti vi si rivolgeranno in inglese, quindi penso che nessuno avrà problemi, ma cercate di parlare con tutti nella loro lingua, almeno un accenno visto che due parole dovrebbero essere alla portata di tutti, vi renderà molto più simpatici ed accettati, anzi se parlate con fluenza il castillano sarà facile che vi inizieranno a coinvolgere in lunghe chiaccherate ed offrirvi di tutto. Le prese di corrente sono quelle di tipo americano, quindi occorre un adattatore che potrete trovare ovunque, la copertura per i telefoni cellulari è diffusissima, del resto i messicani son sempre al telefono. Le postazioni internet son numerose (costo da circa 10p all’ora in continente ai 20p della Baja), anche se ormai quasi tutte le strutture alberghiere mettono a disposizione il wi-fi gratuito (in castilliano trovere la scritta internet in alambrico), qualche ostello ha però alcune postazioni fisse a disposizione, ma rispetto a qualche anno fa questa soluzione si sta esaurendo. Le infinite compagnie di trasporti alla fin fine si riducono a pochissime capogruppo, quindi per i grandi spostamenti non c’è quella scelta enorme che pare vedersi dalle tante scritte diverse sui bus, ma i collegamenti sono infiniti per ogni destinazione. Nel nord non c’è quasi mai bisogno di prenotare in anticipo, pochi i viaggiatori incontrati, come per trovare da dormire, mai fissato nulla prima e sempre trovato con facilità estrema, anche se l’abitudine di incontrare gente che offra l’alloggio alla stazione dei bus nel nord non è diffusa, a parte a Creel all’arrivo del treno. In generale abbiamo mangiato sempre molto bene a cifre contenutissime, privilegiando strutture locali su consiglio degli abitanti del posto. Il problema dei narcos, perquanto mai visibili e mai alle prese col creare problemi agli stranieri è però forte, in alcuni casi non abbiamo trovato guide disposte a portarci in alcuni luoghi, ed in alcuni posti i controlli fanno perdere parecchio tempo, anche perché è palese che non incontreranno mai nulla in quella maniera, pare più un giustificare la funzione dell’esercito che altro (anche perché tutti vi narreranno della corruzione a livelli altissimi delle forze dell’ordine). La visita parziale e di alcuni luoghi specifici della capitale è conseguenza di altri passaggi precedenti nel DF. Passai da qui nel 2002, ora ritrovo l’effigie di Frida Kalho e di conseguenza Diego Rivera in ogni dove (quella di Frida anche sulla banconota da 500p), solo meno di 9 anni prima non era assolutamente così, una rivalutazione incredibile.

 

Fine

 

Messico del Nord e Bassa California - I

Messico del Nord e Bassa California - II

Messico del Nord e Bassa California - III

Messico del Nord e Bassa California - IV

Messico del Nord e Bassa California - V

Messico del Nord e Bassa California - VI

Messico del Nord e Bassa California - VII

 

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