Il Parco Nazionale del Bryce Canyon ha un nome ingannevole perché, chi non lo conosce, magari crede di visitare un luogo più o meno angusto, come è lecito aspettarsi da un sito connotato dalla parola “canyon”. Niente di più falso perché il Bryce Canyon è più che altro un enorme anfiteatro naturale scavato nella roccia, e a guardarlo da uno dei vari belvedere, la sensazione che invade il visitatore è più quella di uno spazio immenso che non di una stretta gola. Il Bryce Canyon si trova nello stato dello Utah ed è uno dei siti più spettacolari all'interno del cosiddetto Grand Circle, l'itinerario turistico, già popolare nell'Ottocento, che comprende i parchi naturali più belli dell'Ovest americano.
Il grande anfiteatro naturale di Bryce Canyon - Archivio Fotografico Pianeta Gaia
Situato tra i 2400 e i 2700 metri di altitudine, la caratteristica principale di questo parco sono gli hoodoos, pinnacoli di roccia con colori che variano dal rosso acceso, all'arancione e al bianco, prodotti dall'erosione causata dall'acqua, dal vento e dal ghiaccio delle friabili rocce sedimentarie che costituiscono l'altopiano di Paunsaugunt. Il parco prende il nome da Ebenezer Bryce, un pioniere mormone che colonizzò l'area e fu colui che costruì il sentiero che portava al bordo dell'anfiteatro, anche se tale zona fu popolata per quasi un millennio dagli indiani Anasazi, tra il 200 e il 1200, non più presenti da secoli quando il pioniere si stabilì in zona. Molti altri erano passati in seguito in questa terra, alla ricerca di nuove rotte verso la California, ma Bryce fu il primo in epoca moderna a risiedervi in pianta stabile.
Gli hoodoos di Bryce Canyon - Archivio Fotografico Pianeta Gaia
Ma la nascita del parco, e del conseguente sfruttamento del potenziale turistico, si deve a J.W. Humphrey, un funzionario del Servizio Forestale degli Stati Uniti che nel 1915 vide l'anfiteatro e ne rimase talmente colpito da dedicare il resto della sua vita a far conoscere a tutti il Bryce Canyon e le sue bellezze: fece foto e filmati che diffuse, arrivò persino a pagare di tasca sua per mettere in sicurezza la strada che portava al parco. Non a caso, il parco divenne popolare quando, tempo dopo, i migliorati collegamenti stradali permisero a molti visitatori di ammirarlo e di spargere la voce.
I colori surreali delle rocce - Archivio Fotografico Pianeta Gaia
Il parco ha un dislivello di 650 metri, cosa che crea tre diverse zone climatiche, nelle quali prosperavano flora, e conseguentemente, fauna diverse. Fra gli animali presenti si annoverano mammiferi come il puma, l'antilocapra americana, il cervo mulo, il cane della prateria, il tamia (quella specie di scoiattoli striati che ha ispirato i famosi Cip e Ciop di Disneyana memoria); uccelli come il raro Condor della California, il falco pescatore e il falco pellegrino; rettili e anfibi come il crotalo e la salamandra tigre. Tra li alberi spicca il pinus longaeva, considerato l'albero più longevo del mondo che può raggiungere un'età stimata di 1600 anni.
Uno dei tanti sentieri che attraversano il parco - Archivio Fotografico Pianeta Gaia
Benché la maggior parte dei turisti si limiti ad ammirarlo dal bordo, il parco è piuttosto vasto, ben 145 km quadrati, ed è percorso da diversi sentieri, alcuni dei quali richiedono una giornata intera per essere percorsi per intero e consentono di addentrarsi in zone poco battute. È possibile visitare il parco anche a cavallo o su mulo, su percorsi autorizzati, mentre le mountain bike non possono sfruttare i sentieri ma solo la strada principale che attraversa il parco.