Parliamo di New York e questa volta per approfondire un aspetto molto importante i grattacieli: la Grande Mela è infatti la patria di 5.818 grattacieli, 92 dei quali sono più alti di 183 metri. Innanzitutto chiariamo i termini: cosa si intende per grattacielo? Un edificio alto, ok, ma da quale altezza si può cominciare a parlare di grattacielo? Non esiste un parametro inequivocabile: storicamente si tendeva a considerare tale una struttura che superava i 100 metri di altezza ma ultimamente, con le dimensioni sempre maggiori che la tecnologia moderna consente, si tende a chiamare grattacieli gli edifici che superano i 150 metri.
L'elegante sagoma del Chrysler Building - Archivio Fotografico Pianeta Gaia
E l'altezza da dove la si misura? Per dirimere la questione è stato istituito un ente che classifica gli edifici in base a quattro diversi criteri: l'altezza al punto strutturale o architettonico più alto (che è il criterio più significativo), altezza del piano occupato più elevato, altezza all'estremità del tetto e l'altezza di una qualunque parte dell'edificio.
L'Empire State Building, tornato primatista newyorkese - Archivio Fotografico Pianeta Gaia
Una volta l'indiscussa capitale dei grattacieli era New York. Chi non ricorda la scena di King Kong che cerca di cacciare gli aerei come fossero mosche, aggrappato all'Empire State Building? Era il 1933, l'anno dell'uscita della prima versione cinematografica del famoso film, e lo storico edificio, alto 381 metri e il primo a superare i 100 piani, era stato eretto un paio d'anni prima, diventando il più alto al mondo, sopravanzando il più raffinato concittadino Chrysler Building.
Le Petronas Towers, a Kuala Lumpur, dalla sezione che ricorda una decorazione geometrica islamica
Era dal 1908, praticamente da sempre, che questo primato apparteneva alla capitale economica degli Stati Uniti e lo sarebbe rimasto anche quando l'Empire State Building venne sorpassato, nel 1972, dai 417 metri delle Torri Gemelle del World Trade Center. Sarebbe stato l'ultimo primato cittadino, perché un paio d'anni dopo Chicago avrebbe compiuto il sorpasso con la Sears Tower di 442 metri, in vetta, è proprio il caso di dirlo, a questa classifica per 24 anni, fino al 1998.
Il Taipei 101 torreggia sugli edifici circostanti
Con l'apprestarsi del nuovo millennio, gli edifici detentori di questo record cambiarono continente, da allora sempre ospitati dalle rampanti economie asiatiche. Nel 1998 furono i 452 metri delle Torri Petronas di Kuala Lumpur in Malesia a prevalere, fino a quando, cinque anni più tardi, non fu la Cina, benché nella sua versione più piccola ma non meno ricca, a voler dimostrare la propria potenza economica, erigendo il Taipei 101, il primo grattacielo a superare i 500 metri d'altezza. Record infranto nel 2010 e attualmente detenuto dal Burj Khalifa di Dubai, che ha superato il precedente primatista di oltre 300 metri, giungendo all'iperbolica altezza di 828 metri, cosa che fa ritenere che il primo posto in questa classifica rimarrà suo per molto tempo ancora.
Il Burj Khalifa, svetta in uno skyline in perenne crescita
Almeno per quanto riguarda l'altezza del tetto, perché lo Sky City di Changsa (Cina), già progettato anche se i lavori, che dovevano partire nel 2013, non hanno ancora avuto inizio, raggiungerebbe un'altezza di 727 metri ai quali, aggiungendo ben 111 metri di pennone, supererebbe il Burj Khalifa di 4 metri, pochi ma abbastanza per strappare il record al colosso arabo benché nella sola categoria dell'altezza di una qualunque parte dell'edificio. Record che rimarrebbe fino alla prossima impresa, a quanto pare ormai condizionata, più che dalla tecnologia, dalla difficoltà di trovare denaro a sufficienza per primeggiare in questa gara a chi va più vicino al cielo.
New York ora non solo non detiene più il grattacielo più alto, ma si è fatta superare da Hong Kong nel numero di edifici oltre i 150 metri, e pure da Tokyo, se si considerano quelli superiori ai 100 metri. Declino? Chi se ne importa, il fascino della metropoli statunitense rimane ineguagliato, come ben ci ha mostrato Woody Allen in diversi suoi lungometraggi.