Continuiamo nella descrizione dei Parchi dell’Ovest degli Stati Uniti, stavolta occupandoci di uno dei più belli. L’Antelope Canyon è uno slot canyon, cioè uno di quei canyon scavati da piogge occasionali, di solito poco profondi ma anche molto stretti, dalle caratteristiche forme sinuose che li rendono diversi da tutti gli altri canyon. È un posto magico, dove la luce filtra dalla stretta fenditura in alto e illumina quello che sembra un gigantesco tunnel creato da un architetto pazzo, caratterizzato da forme ondeggianti e tutte le sfumature dal rosso, al giallo e all’arancio che l’arenaria nel quale è scolpito rivela a seconda di come viene colpita dalla luce.
Le fiammeggianti sfumature delle pareti colpite dalla luce - Archivio Fotografio Pianeta Gaia
È uno dei siti più fotogenici e fotografati del mondo. Se siete lettori di riviste di viaggio, avrete sicuramente già visto le spettacolari immagini scattate in questo posto, non di rado in copertina. Benché, quando la luce raggiunge il suolo attraversando il buio, il contrasto chiaro-scuro sia tale da inevitabilmente “bruciare” una parte dell’immagine, quasi tutti riescono ad ottenere immagini stupende, anche i fotografi dilettanti. Sempre per una questione di quantità di luce, e pertanto di qualità dei colori, è meglio visitare il parco lontano dall’inverno, quando i colori diventano inevitabilmente più smorti.
Uno dei passaggi più larghi dell'Upper Antelope Canyon - Archivio Fotografico Pianeta Gaia
Il Parco è di proprietà degli Indiani Navajo, che hanno cominciato a gestirne l’accesso solo abbastanza di recente, cioè dal 1997. All’ingresso viene chiesto un economico biglietto di entrata al quale però va aggiunto il trasporto (su jeep che sfrecciano a tutto gas su un terreno piuttosto accidentato) e il permesso per fotografare. Insomma, non costa proprio due lire ma ne vale sicuramente la pena.
L’Antelope Canyon si divide in due parti, l’Upper Antelope Canyon e il Lower Antelope Canyon. Una volta i visitatori andavano quasi tutti all’Upper Antelope Canyon, più facile da visitare perché si sviluppa tutto alla stessa altezza e più popolare perché quello dove il sole verticale di mezzogiorno, nel periodo tra il 20 marzo e il 7 ottobre, riesce a raggiungere il suolo. Al Lower Antelope Canyon invece si accede da una scala e anche al suo interno non tutte le aree sono calpestabili, richiedendo delle arrampicate, in passato rese possibili da artigianali scale di legno ora sostituite da ben più solide strutture in metallo. Una volta poteva valeva pena preferirlo per il fatto che era molto poco visitato, ora non è più così.
Uno spettacolare scorcio - Archivio Fotografio Pianeta Gaia
Il Lower Antelope Canyon ha però un “bassato burrascoso”, in tutti i sensi. È tristemente noto per aver avuto vittime tra i suoi visitatori quando, nel dicembre 1997, undici turisti vennero travolti da una piena inaspettata. Purtroppo non basta vedere qualche goccia di pioggia per rendersi conto del pericolo: in quel caso il temporale occorse circa sette kilometri a monte del canyon e giunse nel pieno della sua forza sugli ignari avventori. Solo uno si salvò in quella tragica situazione. Da allora le scale di legno sono state sostituite da scale di ferro, nel canyon sono state posizionate reti a cui aggrapparsi ed è stato messo in funzione un servizio radio con tanto di sirena d’allarme. Ciò non ha impedito che, nel 2010, alcuni turisti venissero isolati su un pezzo di roccia da un nuovo evento climatico avverso, dovendo attendere per ore il ritiro delle acque per uscirne indenni. Fortunamente non ci furono vittime.