Il tempio di Borobudur, nell’isola indonesiana di Giava, è giustamente considerato uno dei più maestosi monumenti del mondo, da alcuni paragonato per grandiosità alle Piramidi di Giza e non a caso inserito nell’elenco dei siti patrimonio dell’umanità dell’UNESCO fin dal 1991.
La monumentale mole del Borobudur - Copyright Pianeta Gaia
Risalente al IX secolo d.C. e fatto realizzare dalla dinastia dei maharaja Sailendra, è un’opera colossale con una base quadrata di 123 metri di larghezza per lato e un’altezza di 35 metri, costruito a forma di montagna ispirandosi al sacro Monte Merapi, con 10 terrazze disseminate di stupa, la cui successiva ascesa raffigura il cammino spirituale verso il nirvana, tipico degli insegnamenti buddhisti. Per la sua costruzione si ritiene siano stati impiegati più di 10.000 lavoratori per un periodo di circa 75 anni e vi si colgono influenze indiane, persiane e perfino babilonesi. Ma non sono solo le dimensioni a farne un’opera fuori dal comune: il Borobudur è costellato da ben 2.672 bassorilievi - che raccontano scene della vita di Buddha e occupano una superficie prossima agli 8 km quadrati – e oltre 500 statue di Buddha. Visto dall’alto ha una forma geometrica molto complessa ma regolare, simile a quella di un gigantesco mandala.
Vista da una delle terrazze superiori - Copyright Pianeta Gaia
Come è spesso successo a grandiosi siti archeologici, anche il Borobudur era scomparso per diversi secoli dai radar. Si presume che, attorno all’anno mille, una forte eruzione vulcanica – l’Indonesia è una terra ad alta sismicità – abbia fatto fuggire tutta la popolazione e ricoperto di detriti il tempio, su cui poi in seguito crebbe rigogliosa la vegetazione al punto da renderlo invisibile a occhio umano. Verso il XV secolo, l’islamizzazione di Giava venne completata e del tempio rimaneva traccia solo in alcuni racconti tradizionali. Fu proprio ascoltando queste storie, apparentemente solo leggendarie su un tempio che sembrava una montagna, che il governatore britannico Thomas Raffles, grande appassionato di flora, fauna e archeologia, decise di andarne alla ricerca. Dopo infruttuosi tentativi, decise di affidare l’incarico all’olandese H.C. Cornelius, a cui diede anche 200 uomini. Dopo mesi di deforestamento e scavi, Cornelius scoprì l’ubicazione del leggendario tempio, anche se poi bisognò attendere la metà dell’800 per vederlo completamente riportato alla luce.
La sagoma del Monte Merapi vista al tramonto da Borobudur - Copyright Pianeta Gaia
Il Borobudur è talmente rappresentativo da essere il monumento più visitato di tutta l’Indonesia, cosa di non poco conto per un monumento di una religione diversa da quella islamica dominante. Per questo è stato visitato da alcuni dei più autorevoli lama tibetani ma è anche stato oggetto da parte di un attentato da parte di fondamentalisti islamici nel 1985 che, facendo esplodere nove ordigni, pur non provocando vittime, distrussero nove stupa.