Quando passai da quelle parti erano ancora noti col nome di Monti Olgas, nome assegnatogli dall'esploratore britannico Ernest Giles in onore della regina Olga di Württemberg, prima che il governo australiano assumesse un atteggiamento più rispettoso nei confronti degli Aborigeni che abitano quella terra da svariate decine di millenni, adottando il nome di Kata Tjuta (in aborigeno "molte teste").
I Monti Olgas visti dall'outback - Archivio Fotografico Pianeta Gaia
Benché come massa di roccia esposta siano più vasti e anche più alti, i Monti Olgas sono un po' i "cugini poveri" della più famosa e fotografata roccia monolitica di Uluru, dalla quale distano circa 25 kilometri: quando si dice "less is more". Costituiti da una trentina di "cupole" di granito, basalto e scisto dalla dominante rossastra originatesi oltre 500 milionid i anni fa, è possibile ammirarli attraverso alcuni percorsi a piedi.
Una vista ravvicinata - Archivio Fotografico Pianeta Gaia
Il più semplice è il cosiddetto Walpa Gorge, che si sviluppa su 2,5 kilometri abbastanza pianeggianti, mentre il più lungo percorre la Valle dei Venti per circa 7 kilometri, un sentiero piuttosto impegnativo al punto che quando la temperatura supera i 36° gradi - cosa che avviene normalmente tra dicembre e febbraio - viene chiuso. Come per Uluru, anche Kata Tjuta da il meglio di sè all'alba ma soprattutto al tramonto, quando i caldi e bassi raggi del sole esaltano le tonalità rosso-arancio delle rocce.
Un paesaggio della Valle dei Venti - Archivio Fotografico Pianeta Gaia
Come Uluru/Ayers Rock, anche queste montagne sono considerate sacre dagli Aborigeni, nonché soggetto di molte leggende risalenti al "Tempo dei Sogni" che raccontano del Re dei Serpenti Wanambi che vive in cima alla vetta più alta e ne discende solo nel periodo della stagione secca. Si narra che il suo respiro fosse così potente da trasformare una brezza in uragano, in grado di punire chi ha commesso del male nella zona. In quanto luogo spiritualmente importante, qui si tengono riti e cerimonie tradizionali aborigene, spesso di notte. Una di queste prevede la punizione dei colpevoli di atti contro la comunità aborigena, che in casi estremi posso arrivare perfino alla morte del condannato.
Un infuocato tramonto - Archivio Fotografico Pianeta Gaia