Hai sempre pensato alle Isole Canarie come un sonnacchioso rifugio per nordeuropei un po’ attempati in fuga dal freddo invernale dei loro Paesi? Bene, oggi voglio parlarvi di un volto completamente diverso di questo arcipelago dell’eterna primavera, sospeso tra Europa e Africa e con atmosfere che richiamano già l’America Latina. Un mix molto affascinante di 3 continenti in pochi km quadrati. Vi porto quindi a Fuerteventura. Arrivarci è semplice ed economico visto che ci sono frequenti voli low cost diretti dall’Italia che in meno di 4 ore ci lasciano nel moderno aeroporto situato approssimativamente a metà dell’isola.
L’isola è lunga circa 130 km da nord a sud e si nota subito che siamo in Europa in questo caso. Le strade sono per lo più in ottimo stato, il traffico è ordinato e per fortuna gli ingorghi ai semafori non li hanno ancora inventati. “Fuerte” infatti è poco abitata rispetto ad altre isole vicine e questo le regala un’aria molto rilassata e informale ma al tempo stesso la rende una meta perfetta per le attività di avventura e gli sport. L’entroterra è ricco di storia e di piccoli “pueblos” coloniali che ci ricordano che le Canarie sono state un luogo strategico formidabile al tempo dei viaggi di esplorazione del continente americano. Questa connessione la troviamo anche nell’accento dei “Canarios” che ricorda la musicalità dello spagnolo latinoamericano più che il castigliano asciutto della Peninsula, come qui chiamano il resto della Spagna. Ma se andiamo a vedere un po’ oltre la superficie (non sono il tipo di viaggiatore che cerca solo i bei paesaggi da fotografare), scopriamo anche che c’è una storia ben più sinistra che lega quest’isola al Sudamerica. Pare ormai certo che qui si organizzasse la fuga di molti nazisti verso il Nuovo Continente - in particolare verso l’Argentina - e si effettuassero persino interventi di chirurgia estetica per cambiare l’aspetto di questi signori. Ma preferisco che scopriate i dettagli di queste vicende una volta sul posto.
Una volta lasciato l’aeroporto ci troviamo immediatamente circondati da un paesaggio arido, decisamente desertico, che sa molto di Africa che da qui infatti dista meno di 100 km. Non è raro infatti che il vento trasporti la sabbia del Sahara; la stessa sabbia che forma le immense dune di Corralejo al nord dell’isola e di Sotavento a sud. La mia base preferita è a Lajares. Non c’è la spiaggia qui ma in compenso siamo a pochi minuti di strada da tutti i migliori punti mare e i centri del nord di Fuerte: Corralejo a 15 minuti, El Cotillo a 10, il capoluogo Puerto del Rosario poco di più. Qui negli ultimi anni si è formata una piccola comunità internazionale che ha contribuito a creare un curioso mix di lingue, cucine e tratti somatici diversi. Ma l’elemento in comune è l’assoluta intenzione di tutti loro di trascorrere una vita sana e all’aria aperta. È così che qui sono sorti centri di yoga, scuole di surf, percorsi di trekking e mountain bike. Scopro con sorpresa persino un bizzarro labirinto con un percorso di 3 km da effettuare a piedi, che – secondo l’eccentrico ideatore - favorirebbe il riequilibrio dei due emisferi celebrali. Qualcuno potrebbe pensare che sia solo un modo per spillare quattrini a turisti ingenui, invece è libero e gratuito. Quindi perché non provare a credergli e trascorrere 40 minuti girando avanti e indietro lungo il tracciato che si ispira al labirinto del XII secolo presente all’interno della Cattedrale di Chartres? Non so se sia stato effettivamente l’effetto del riequilibrio degli emisferi celebrali o semplicemente il fatto che proprio di fronte a me il sole dava vita a uno spettacolare tramonto che tingeva di colori indimenticabili i vulcani che fanno da sfondo a questo luogo, ma posso assicurare che l’esperienza è da non perdere.
L’offerta di cose da fare è così ampia che non consiglio di fermarsi meno di una settimana. Da sempre destinazione ambita per i surfers alla ricerca costante dell’onda perfetta formata dai venti che soffiano incessantemente (non a caso qui si svolge una delle tappe del campionato mondiale di surf) e che mantengono costanti le temperature intorno ai 20/25 gradi tutto l’anno, oggi troviamo anche un pubblico crescente di amanti del trekking e della bici. E con l’arrivo delle mountain bike a pedalata assistita, risalire anche le pendici dei vulcani è diventato un gioco da ragazzi. Il divertimento e le forti emozioni sono assicurate, soprattutto al momento in cui inizia la discesa.
Chi non vuole rinunciare al mare, non si perderà invece una giornata a Isla Lobos, perfetta per lo snorkeling, oppure un'uscita di pesca in barca e tanto altro. Così le giornate passano velocemente ma ci attende ancora la sera con un gran numero di localini che offrono aperitivi sfiziosi o tapas e, per chi vuol fare sul serio, grandi grigliate di pesce. Ma forse quello che rende veramente speciale Lajares è che qui non ci sono alberghi e villaggi turistici. Si soggiorna in case. O meglio... dovrei dire in vere e proprie ville con tutti i comfort. E così ci si sente subito un po’ parte di questa comunità di persone che si sono lasciate alle spalle il caos, lo stress e l’inquinamento delle grandi città. E quindi dopo pochi giorni, senza neanche farlo apposta, si comincia a pensare… E se lo facessi anche io?