1° giorno
Arrivato a Roma in anticipo di qualche giorno, di prima mattina raggiungiamo l’aeroporto in auto, usufruendo di uno dei numerosi parcheggi nei dintorni di Fiumicino a prezzi concorrenziali e con la navetta compresa nel prezzo raggiungiamo in 5’ l’area partenze internazionali. Avevamo fatto il check-in on line ma occorre comunque depositare il bagaglio, e visto che ormai quasi tutti si muovono in questa maniera, la fila sarebbe più corta per chi non fa check-in anticipatamente. La fila ai controlli passaporto e personale è velocissima, così accediamo con largo anticipo al gate per il volo TAP destinazione Lisbona. Volo in ritardo di 40’ con un A320 dove è servito un veloce pranzo. Nella capitale lusitana il controllo elettronico del passaporto azzera la fila, il wi-fi è di facile accesso e noto come si acceda direttamente al gate senza nessun ulteriore controllo bagaglio a mano e personale. Il volo TAP destinazione Fortaleza è con un A330, 7 ore per 5.910 km, schermo personale ma non grandissima scelta di opzioni d’intrattenimento, come va segnalata la mancanza di prese per ricaricare apparecchiature elettriche. Serviti due volte di cibo, bevande a volontà, niente comfort kit, ma coperta sì, fondamentale perché la temperatura pare adatta a pinguini magallanes. Una volta atterrati, nonostante una lunga coda al controllo passaporto, la fila è sbrigata velocemente, i bagagli già girano ai nastri di riconsegna e con un minivan siamo prelevati e portati all’hotel sul lungomare in pieno centro, situazione di cui non godremmo minimamente. È già notte quando prendiamo possesso della camera, dopo aver già cambiato parte dei soldi in valuta locale, all’ora tarda vanno aggiunte 5 ore di fuso orario, una recuperata a Lisbona, le altre 4 nella trasvolata atlantica.
La costa del Ceará a nord di Fortaleza
2° giorno
Sveglia di prima mattina, ha piovuto (l’unica pioggia del viaggio) ma il tempo si è già rimesso al bello, regalando una bella vista della baia dal 5° piano dell’hotel, compreso un campo da basket sottostante disegnato modello scacchiera. Colazione faraonica, così ci si mette avanti coi lavori, poi con jeep 4x4 in ottimo stato si parte verso nord attraversando Fortaleza, stato del Ceará. Terminata la città, alla prima stazione di rifornimento stop per sgonfiare le gomme, per oggi l’asfalto è terminato. Si prendono piste lungo la costa tra dune e spiaggia, primo stop alla Lagoa Cauipe, laguna dotata di vari servizi prossima all’oceano, così da famigliarizzare con quanto diventerà comune nei prossimi giorni. Lungo il percorso incontriamo piccoli gruppi di pescatori con le loro minute imbarcazioni, molto bello lo scenario nel passaggio del Rio Curu su piccola chiatta subito dopo Paracuru. Nei dintorni di Lagoinha tappa a Quebra Mar Dunas de Lagoinhao per scendere sul mare e sosta a Cardapio. Per chi vuole rifocillarsi ogni specialità di mare, per chi vuole fare un giro sulle vicine dune altra possibilità, come farsi un bagno in oceano. Da qui si riparte direzione nord, al momento del tramonto approfittiamo di una delle tante dune qui presenti per goderci il primo di una lunga serie di tramonti da cartolina. Il sole sparisce rapidamente, Jericocoara dista ancora oltre 2 ore di strada, la prima su asfalto (CE-085) rientrando all’interno, l’ultima parte tutta su sabbia, Jeri, come viene comunemente chiamata da tutti qui, è una vera e propria città costruita interamente sulla sabbia. Ci si accede entrando nell’omonimo parco nazionale, nel fitto reticolo di stradine le jeep ci accompagnano a destinazione pressola pousada. Preso possesso delle camere, andiamo subito in perlustrazione della città, prima opzione cena, ma qui i locali non mancano, ceno in maniera veloce per passare ad una rapida visione notturna della città, animatissima. Nella zona sulla spiaggia, le piccole baracchine mobili servono a ciclo continua cocktail e bevande, il notorio clima freakettone lascia un po’spazio alla moltitudine dei turisti ma il luogo rimane comunque sereno e particolare, quando mai un’intera città si muove al ritmo dell’oceano e vive interamente sulla sabbia? Temperatura ottima pure di sera, sarà deserto ma non avviene lo scambio termico tipico di quest’ambiente, le vie del centro sono quasi a totale disposizione dei pedoni, qualche rara dune buggy o qualche quad attraversano la folla, ma sempre a velocità ridottissima e facendosi sentire, un mondo tutto suo quello di Jeri.
Tramonto a Jeri dalla Duna do Pôr do Sol
3° giorno
Gli spazi per colazione sono ridotti, la scelta no, e tutto viene preparto al momento da anziane addette che supportano la giovane coppia di gestori, di prima mattina a riposarsi… Questa mattina la più classica delle escursioni a Jeri, gita in dune buggy. Preparatevi a mangiare tanta sabbia, ma ne vale la pena. Si esce dalla città lentamente, siamo in un parco nazionale, incontrando qualche timida civetta che si deve essere persa, prendendo a est della città, si percorrono le spiagge fino all’albero di mangrovie, Árvore da Preguiça, che pare una gigantesca capigliatura (per scattare foto armatevi d’infinita pazienza, tutti gli escursionisti di Jeri passano da qui di prima mattina). Da qui proseguiamo per la Lagoa Azul, dove poter far tappa, laguna dotata di servizi tra cui amache, sdrai e poltrone in acqua, ristorazione, insomma qualsiasi comodità, bordeggiandola si prosegue per la più grande Lagoa do Paraíso, bello il percorso per arrivarci, molto più turistica, vi si accede passando per veri e propri stabilimenti balneari dotati di qualsiasi servizio. Per chi non vuole starsene tutto il tempo nell’acqua, dolce e temperata, pure qui il giro della laguna non è male. Ma il vero spettacolo del giorno è il rientro attraverso il parco dove si attraversano le dune più belle di sabbia bianchissima con le prime vere lagune all’interno. Qualsiasi mezzo deve passare solo nelle vie indicate, non si può salire sulle dune, lo si fa solo a piedi, occorre proteggersi dalle folate di vento che portano sabbia come fosse un coltello, ma poco male, lo scenario è una favola, si può rotolare giù dalle dune fino a entrare nelle lagune, questo sì consentito. Abbiamo tempo per goderci questo primo spettacolo della natura, per chi vuole si riesce a incastrare un’altra escursione. Rientrati in paese, largamente dopo le 4 ore previste, abbandoniamo le dune buggy per andare a piedi alla Pedra Furada, un arco naturale nel mare che si raggiunge con una facile camminata di 1,2 km in leggera ascesa, su percorso misto erba-sabbia, dall’apice della collina una discesa non banale se in infradito porta direttamente a questa grande pietra forata con vista su di un oceano alterato. Più bello rimirare il panorama e il tramonto lungo la camminata che l’arco in sé, per chi proprio non ce la facesse, da Jeri fino al punto più alto della camminata si può noleggiare un calesse trainato da un asino (non conosco il prezzo, non utilizzato, vedendone lo stato penso che le fatiche risparmiate alle gambe passino al fisico intero data la scomodità del mezzo). Rientrati in pousada, la piccola piscina serve come relax per gambe e piedi, mentre si può gustare ananas o altra frutta che le instancabili signore propongono in attesa dell’uscita per cena. Questa la consumiamo alla grande gustando un polpo da urlo e gamberetti di alto livello. Impossibile non terminare la serata con la classica vasca verso la spiaggia, anche se meglio della sera precedente ci si accorge che l’area è quasi tutta gremita da turisti, i locali evidentemente vanno in altre zone se non a riposarsi per essere pronti di mattina nelle tante attività turistiche che li coinvolgono.
continua...