Durante un viaggio nel Perù Amazzonico sono venuto a conoscenza dell'ayahuasca, una sostanza di cui fino ad allora ignoravo l'esistenza. Si tratta di una bevanda allucinogena usata da secoli dagli sciamani e curanderos amazzonici, ottenuta miscelando in un decotto diverse piante, le principali delle quali sono le liane polverizzate di un rampicante detto appunto ayahuasca (Banisteriopsis caapi che chiamerò “liana” per non fare confusione con la bevanda) e le foglie di chacruna (Psychotria viridis). La bevanda contiene dimetiltriptamina (DMT), la stessa sostanza prodotta dal cervello durante la nascita, durante la fase REM del sonno e alla morte, nelle 24 ore successive al decesso. Normalmente gli effetti di questa sostanza sono velocemente annullati da enzimi che abbiamo tutti, ma in questo preparato, grazie alle sostanze presenti nella liana, gli enzimi sono inibiti, facendo sì che la DMT (presente nelle foglie di chacruna) resti in circolo anche per due o tre ore e porti a esperienze piuttosto forti.
La liana Banisteriopsis caapi, uno dei due elementi base del preparato
È considerata una delle cosiddette smart drugs, sostanze legali, spesso di origine naturale e non sintetica, che hanno gli stessi effetti di sostanze illegali. Va però detto che l’assunzione dell’ayahuasca è considerata priva di effetti collaterali: non ci sono prove di danni fisici provocati da questa sostanza (non sono io a dirlo ma wikipedia, anche se sul web ho trovato che vi è un caso di morte sospetta che potrebbe essere riconducibile all’uso di questa sostanza) mentre sono numerosissime le testimonianze di chi ha tratto benefici dal suo utilizzo. Vi è pure una sentenza di un tribunale peruviano che aveva arrestato chi ne stava facendo uso ma poi, non ravvisando nessun reato - non è considerata illegale nel paese e non vi sono prove ufficiali di eventuali danni - ha dovuto scagionarlo, creando un precedente. Tuttora è legale in diversi paesi, ad esempio la Spagna, e anche chi ha cercato di combatterla, come la Francia, di fatto non è riuscita a renderla del tutto illegale. È una delle sostanze propugnate da Terence McKenna, uno dei guru della controcultura americana, e viene usata da sempre dai popoli amazzonici e andini non solo per raggiungere stati di alterazione a scopo divinatorio (per diagnosticare malattie oppure prevedere dove si potrà fare una buona caccia) ma anche in riti magico-terapeutici.
Preparazione dell'ayahuasca
La medicina occidentale non l’ha ancora studiata a fondo ma si presuppone, considerati i principi attivi che contiene, che possa essere efficace nella cura dei disturbi mentali legati alla mancanza di serotonina - la sostanza prodotta dal nostro corpo che regola l’umore - quali depressione, autismo, schizofrenia o iperattività e nella cura delle tossicodipendenze. Studi condotti da un ricercatore statunitense presso una comunità brasiliana che segue una religione sincretica che pone l’ayahuasca come sacramento, hanno riscontrato guarigioni senza ricadute da tossicodipendenze, depressioni e disturbi d’ansia. Questo è lo stato dell’arte su tale sostanza. Ovviamente ciò ha finito per incuriosire diverse persone e non sono pochi i freak, ma anche i viaggiatori meno alternativi, che vanno in particolare a Iquitos, che pullula di sciamani o sedicenti tali, per sperimentare questa sostanza. Prima di affrontare questa esperienza è necessario attenersi a una specie di dieta: per almeno 24 ore prima e dopo l’assunzione della sostanza - ma sarebbe meglio 2/3 giorni - bisogna astenersi dall’ingerire alcool, zucchero, sale, spezie, formaggi e latticini, cibi fermentati e carne rossa o di maiale. Altre droghe, come del resto l’alcool, non vanno assunti per diversi giorni prima e dopo. È sconsigliato per chi ha la pressione alta, diabete, problemi cardiaci, prende antibiotici o antidepressivi. È bene astenersi anche dal sesso e, almeno per il giorno successivo, non programmare spostamenti.
Uno sciamano all'opera
Uno dei principi di questa bevanda - secondo alcuni dal sapore somigliante a crema di whisky mescolata con succo di prugne - è la purificazione e le prime reazioni di solito sono vomito e incontinenza (non a caso, nei riti meglio organizzati, ai partecipanti vengono dati un secchio di plastica dove vomitare e un rotolo di carta igienica) dopodiché si entra in uno stato in cui non si ha il controllo delle proprie azioni: si hanno allucinazioni - per dirla con gli sciamani, si vede attraverso il proprio terzo occhio - vengono fuori lati reconditi della personalità e ci si comporta come non si sarebbe mai pensato di fare, finendo spesso per piangere, urlare, buttarsi a terra o compiere gesti inconsulti. Per questo è molto importante compiere questa esperienza non solo presso uno sciamano affidabile, ma anche in compagnia di persone di provata fiducia che rimangano sobrie, soprattutto se si è donne: ci sono stati casi di turiste sole che, una volta perso il controllo, hanno subito violenza carnale. Se uno non va allo sbaraglio, è un’esperienza piacevole e foriera di un benessere fisico e psicologico, almeno così mi ha raccontato una viaggiatrice australiana che l’ha sperimentato da me conosciuta durante questo viaggio. Io sono un fifone e poi in Amazzonia viaggiavo da solo e non sono voluto andare a cercare disgrazie.