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Monte Popa

Un monastero atipico, tra scimmie e ubriaconi
04 Giugno 2016

 

Si tratta del monastero cosiddetto del Monte Popa, in Birmania, anche il Monte Popa vero e proprio è un vulcano estinto non distante. È uno dei luoghi sacri del Buddhismo birmano, quello che nato dalla commistione dell'antico culto dei nat, gli spiriti animisti di origine induista, che il Re Anawrahta fece confluire nel Buddhismo Therevada, a cui si era convertito, poco meno di un millennio fa.

 

Il monastero in cima al Monte Popa - Archivio Fotografico Pianeta Gaia

 

I nat sono ancor oggi venerati dalla popolazione birmana, anche se va detto che questo culto, che come tutti quelli animisti attribuisce molta importanza negli elementi della natura, sono più popolari nelle aree rurali che in quelle cittadine, dove viene considerato alla stregua di una vecchia superstizione.

 

Stupa in cima al monastero - Archivio Fotografico Pianeta Gaia

 

I nat, da citato re suddivisi in 37 ufficiali, in realtà sono innumerevoli e ce n'è uno per ogni attività umana, come eogni villaggio ha il prorpoi nat protettore. C'è il nat che protegge i bambini, quello che difende dai serpenti, ce n'è perfino uno che in vita era un gran bevitore nonché uno scommettitore sui combattimenti di galli, diventato inevitabilmente il protettore degli ubriachi e dei giocatori d'azzardo.

 

Nat e Buddha - Archivio Fotografico Pianeta Gaia

 

Il monastero, eretto in cima a un monolite di roccia che si staglia nella pianura circostante, è raggiungibile perccorendo la lunga scalinata composta da ben 777 scalini. Ma la cosa più ardua, più che l'ascesa, sia resistere alla colonia di irriguardosi macachi che abitano la roccia, sempre alla ricerca di cibo e talmente abituati ai turisti che, se non glie ne danno, il cibo se lo prendono dai più distratti. Gli stessi primati fanno i bisogni dove capita, ovviamente anche sui gradini che, da precetto buddhista, vanno rigorosamente saliti senza scarpe o calzini. Niente paura: tutta la salita è punteggiata di volenterosi che le tengono pulite, chiedendo in cambio una piccola mancia per il servizio reso.

 

Un macaco appoggiato su una trave - Archivio Fotografico Pianeta Gaia

 

Un posto diverso dal solito, meno grandioso delle grandi pagode di Yangon o degli innumerevoli templi di Bagan eppure molto interessante, dove la Birmania tradizionale esplode in tutta la sua particolarità in questo luogo dove si mescolano sacro e profano, dove eleganti statue buddhiste si alternano alle pacchiane figure dei nat, ricoperte di banconote e non di rado con una sigaretta tra le labbra messa da qualche fedele.

 

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