La Festa del Pasto delle Sorelle o Festa del Riso delle Sorelle nasce, come sempre accade per gli eventi che si tengono in Cina, da una leggenda. Questa racconta che un vecchio aveva una moglie e tre belle figlie. Un giorno, dopo aver giocato sulle sponde di un fiume, le ragazze si ammalarono d'amore. Zhang Guolao, una divinità barbuta che porta un tamburo di bambù, prese possesso del loro spirito e disse loro di preparare cinque palle di riso glutinoso di colori diversi, con gamberetti, pesce e altri ingredienti particolari. Quando i giovani scendevano dalle montagne, le ragazze regalorono loro le palle di riso. In questo modo le ragazze trovarono i loro futuri mariti.
Le donne Miao (qui le meno vistose donne sposate) giungono da tutti i villaggi nei dintorni - Archivio Fotografico Pianeta Gaia
Questa festa si tiene in primavera (io ho assistito a quella del 28/30 aprile 2010) ed è specifica della provincia del Guizhou. La più spettacolare è quella che si tiene a Shidong, nella contea di Taijiang, durante il terzo mese lunare. E' la celebrazione della primavera e dell'amore. I giorni precedenti la festa, le ragazze si spargono per le montagne dei dintorni per cercare i fiori e le bacche che servono per tingere il riso glutinoso e ne preparano in grandi quantità. Ogni ragazza prepara la sue palle di riso all'interno delle quali mette dei “simboli” poi le mette in un fazzoletto oppure in un piccolo canestro, stando ben attenta a tenerle distinte e riconoscibili ai suoi occhi. Nel frattempo le nonne, le madri e le altre parenti lustrano la collezione di collane, braccialetti, anelli, pendagli, cavigliere, spilloni, pettini d'argento, corone a forma di fenice e altre decorazioni in argento da mettere sul capo che verranno indossate dalle ragazze in età da corteggiamento, ma anche molto più giovani e che semplicemente si uniscono alla festa preparandosi per quando avranno l’età giusta.
Ragazze Miao sfoggiano tutto l'argento di famiglia - Archivio Fotografico Pianeta Gaia
I Miao credono che l'argento, rappresentando la luce, allontani gli spiriti maligni. L'argento è inoltre un simbolo di bellezza e di benessere, al punto che spesso le ragazze arrivano ad indossarne svariati chili. Le gonne ricamate, le camicie, i grembiuli e le giacche sono decorati con diversi tipi di ninnoli in argento. I colli delle ragazze sono circondati da svariate collane e catene alle quali si reggono medaglioni, perline e pendagli vari. Spesso i pezzi più elaborati sono le corone e gli abiti finemente ricamati dalle ragazze stesse. Secondo la leggenda, il popolo Miao avrebbe avuto origine da un uovo di farfalla trovato su un acero. La farfalla sposò una bolla e depose dodici uova. L'uccello mitologico Jiyu le badò per dodici anni e alla fine ne nacquero un Miao chiamato Jiangyang, il Dio del Tuono Leigong, un bufalo d'acqua, un serpente, un drago, una tigre, un centopiedi, un elefante e quattro auspici. Ognugno di questi simboli si ritrova nelle decorazioni degli abiti utilizzati in questa festa.
Alla festa giungono partecipanti anche da villaggi remoti, per unirsi o per ammirare le ragazze vestite con abiti riccamente decorati in un caleidoscopio di colori e divertimenti. I ragazzi hanno la libertà di scegliere in quale villaggio andare in cerca delle “sorelle del riso”. È un’attività sociale perfettamente lecita e accettata dai Miao. Vestite con gli abiti più belli e riccamente ricamati, che dovrebbero esemplificare le doti di brava donna di casa di chi li indossa ma in realtà sempre più spesso sono gli stessi abiti tramandati di generazione in generazione, e arricchite dei più vistosi gioielli in argento di cui dispongono, le ragazze si mettono in mostra per trovare marito. Questo è lo scopo tradizionale, ma in verità ormai, in un'epoca in cui quasi tutti i giovani possiedono il cellulare, le conoscenze si approfondiscono anche in altri modi, e il Pasto delle Sorelle è soprattutto una festa. Durante questa tre giorni è tutto un fiorire di danze, mangiate, bevute di riso di vino, lotte di tori e galli e corse di cavalli.
Una ragazzina durante il festival - Archivio Fotografico Pianeta Gaia
Le danze vengono tenute in vari spiazzi a Shidong e villaggi limitrofi, al ritmo di tamburi suonati sempre da donne mentre le ragazze ballano lentamente muovendosi in cerchio e facendo tintinnare i loro costumi, stracolmi di argento, a ogni passo. La Festa inizia sempre con dei grandi pranzi familiari. La condivisione del cibo tradizionale come il riso colorato e cotto nelle canne di bambù e l'offerta di riso di vino, fatto bere da un corno di animale, è una pratica comune a tutto il popolo Miao. Le palle di riso coi simboli cominciano a essere distribuite tra i giovani che vengono in visita. La palla che contiene uno spino di bambù significa "Continuiamo a sentirci", germogli di mogano, bacchette o pistilli di fiori rossi sottintendono "Sposiamoci subito!", una singola bacchetta, oppure aglio o peperoncini "Trovati qualcun’altra!". Il tutto molto scherzosamente, non c’è mai astio fra i rifiutati che vanno in cerca di palline di riso da altre ragazze. È impossibile sapere cosa c’è dentro le palline senza mangiarle: un modo per creare situazioni divertenti ma anche per far sì che ogni ragazza possa lanciare i messaggi ai ragazzi che gradisce senza che altri sappiano a chi li ha lanciati.
Nel frattempo gli anziani assistono a combattimenti fra galli, fanno affari nel mercato che dura da mattina a sera o fanno dei giri in canoa sul fiume di fronte allo spiazzo dove si tiene il festival. Poi vanno al combattimento dei tori, dove l'eccitazione raggiunge le vette più alte e la gente si dà ai bagordi e a qualche scommessa. Gli animali vincenti proseguono fino alla finale e il possessore del toro trionfante godrà di un prestigio particolare fino alla festa successiva. Alle corna del vincitore vengono appesi polli, anatre, nastri rossi e fiori e l’animale viene poi portato in trionfo dapprima nell’arena in cui ha combattuto e poi nella città. Poi viene lavato nelle acque del fiume Qingshui.
Argento dappertutto - Archivio Fotografico Pianeta Gaia
Dalla città di Shidong parte una lunga processione nella quale sono rappresentate non solo le ragazze in età da marito ma anche tutte le altre categoria, comprese le donne sposate, le militari, le anziane e via dicendo, che confluiscono collettivamente verso la spiaggia ghiaiosa del fiume Qingshui che, man mano, si riempe di gente in un frastuono di folla, bancarelle e tamburi. Nel tardo pomeriggio la gente rientra alla spicciolata e così fanno pure i pochi turisti occidentali e i chiassossi fotografi cinesi che tornano nei loro alberghi. La sera i festeggiamenti raggiungono il loro apice e, senza gli spettacolari ma ingombranti costumi indossate nelle ore di luce, le cose diventano più autentiche. Tutti convengono nello spiazzo in città dove ci sono interminabili tavolate, si erigono grandi falò, i giovani ballano, gli anziani rivedono e salutano vecchi amici, l’eccitazione sale, ben esemplificata dallo scoppio dei fuochi d’artificio. Più tardi, i giovani che si sono piaciuti si inerpicano su per le colline in cerca di angoli tranquilli dove corteggiarsi cantandosi l’uno l’altro canzoni d’amore.