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Vago da solo per il villaggio di Fioletovo, in Armenia. La strada principale non è asfaltata ma è circondata da deliziose casette in legno con la veranda, spesso dalle colonne intagliate, dipinte con colori pastello. In giro si vedono anziani dalla barba molto lunga (usanza tipica dei Vecchi Credenti), bambini e ragazzi biondi e con gli occhi azzurri. Sembra di essere in Russia o la forse in Scandinavia, certo non in Armenia. Di adulti se ne vedono pochi, gli uomini sono impegnati nel lavoro dei campi, le donne nelle faccende di casa. Passa una jeep con dei pezzi di carne fresca: qualcuno ha macellato un bovino e sta passando nel villaggio per vendere l'eccedenza di quello che non consuma. C'è anche un pezzo d'Italia: una non più tanto nuova Lada Ziguli, costruita sul modello della Fiat 124 nella città russa di Togliattigrad. Il proprietario, dai tratti somatici molto più mediterranei, probabilmente proveniente da un villaggio vicino, ha una bilancia sul cofano dell'auto e dei cavoli sul portapacchi, che vende a qualche casalinga.
Una via del villaggio di Fioletovo - Copyright Pianeta Gaia
Sullo sgangherato marciapiede procede verso di me un arzillo personaggio, ipoteticamente sui 70 anni, con una folta barba bianca. Lo fermo e lui molto cortesemente mi presta attenzione. Purtroppo non posso scambiare chiacchiere e gli faccio segno, indicando la macchina fotografica, che vorrei fargli un ritratto. Il volto cambia espressione - i Vecchi Credenti da sempre rifuggono qualsiasi forma di narcisismo e autoindulgenza - ma lascia che lo fotografi lo stesso: si rende conto che è l'unica cosa che può “darmi”. Ogni tanto passa qualche giovane casalinga, col fazzoletto in testa ma spesso anche gli stivali di gomma di chi probabilmente lavora nella stalla, ma se sono timidi gli uomini, figuriamoci le donne: non alzano nemmeno lo sguardo, e quindi non ho modo di tentare un minimo di interazione. Più tardi, con la guida, andiamo a trovare un suo conoscente: un anziano Molokan, molto religioso ma dalla vista ormai compromessa, che raramente esce di casa. Ci accoglie con molta cordialità, ha il tavolo della “stanza buona” piena di libri religiosi aperti, come se stesse consultando contemporaneamente più testi. Ci racconta un po' della sua vita attuale, in cui il lavoro nei campi ha lasciato il posto allo studio delle scritture, cosa che non deve riuscirgli facile viste le difficoltà visive.
Venditore ambulante di verdure - Copyright Pianeta Gaia
Il momento più bello, per me inaspettato, giunge col calare della sera. È quello del rientro delle vacche uscite per il pascolo. Gli abitanti del villaggio, o per meglio dire la comunità tutta, affidano tutte le loro vacche ad alcuni di loro (che probabilmente si alternano con altri) i quali le portano ai pascoli per conto dei proprietari, che possono quindi dedicarsi all'agricoltura e alle altre attività giornaliere. Quando le vacche ritornano, le famiglie escono di casa e le aspettano sul cancello di casa. È l'occasione per scambiare quattro chiacchiere coi vicini, in attesa che gli animali, che conoscono a memoria il tragitto, s'infilino nelle loro stalle senza bisogno di nessuno che li guidi. È un ricongiungimento, e allo stesso tempo un'occasione per rinsaldare i legami con la propria comunità.
Un anziano Molokan ci accoglie in casa sua - Copyright Pianeta Gaia
Il giorno dopo saluto i miei ospiti e riprendo il mio cammino (in auto) in Armenia, una terra che in poco spazio geografico contiene davvero tanta storia e molte cose interessanti. Lascio Fioletovo, dove la gente vive di agricoltura e allevamento, aiutandosi a vicenda e sentendosi pienamente parte di una comunità. Sembra un piccolo Eden e probabilmente lo è davvero.