segue...
Benvenuti nella steppa mongola! La popolazione vive nelle gher, vita nomade dedita all’allevamento del bestiame da curare con massima dedizione nei mesi estivi per far sì che durante i gelidi inverni resistano col poco che troveranno per alimentarsi. Se gli inverni son troppo lunghi e gelidi ci saranno le carestie (zud), le bestie moriranno e così termineranno le possibilità di sostentamento per le famiglie nomadi. Queste vivono nelle gher che hanno quasi tutte un pannello fotovoltaico e la parabola per ricevere il segnale televisivo, anche nel bel mezzo del nulla. In un luogo come quello nella foto non si trova nulla nel raggio di almeno 50 km, senza strade e con sentieri raramente tracciati, ma all’interno della gher c’è tutto quanto si necessiti per una dignitosa sopravvivenza, per intenderci qui non si vedono le dure condizioni di vita tipiche di Africa o India.
Deserto del Gobi, una famiglia intenta a sezionare una capra, non si deve sprecare nulla, la carne va essicata ponendola sopra alla gher, con sangue ed interiora si fanno alimenti necessari a sopportare le dure giornate di lavoro. Qui nel Gobi la temperatura estiva oltrepassa i 35°, nonostante sia un deserto l’inverno è comunque freddo. In questa zona con l’arrivo del turismo son sorti campi gher attrezzati dove pernottare. L’opzione prevede notte in gher, cena e colazione, le cene sono sempre identiche in tutte i campi, insalata mongola (come quella russa con piccoli bocconcini di carne), un piatto unico con carne stufata (quasi sempre ovina) con riso e verdure e per finire un dolce confezionato. Tè e caffè son compresi, acqua, vodka e birra van pagati a parte, per l’acqua consiglio di potabilizzarla in proprio utilizzando opportune taniche che si possono comprare al mercato di Altai City. Per la potabilizzazione noi l’abbiamo sempre eseguita con micropur, non reperibile in loco.
Le Rupi Fiammeggianti di Bayanzag. Uno dei paradisi mondiali per i ricercatori di dinosauri. L’accesso all’area prevede un piccolissimo museo contenuto in una gher, gli scheletri dei dinosauri si trovano al museo di Storia Nazionale di Ulaanbaatar (2.500t). Lo scenario è splendido, l’accesso a piedi permette di visitare in lungo e largo l’intera zona, volendo si può anche pernottare tra le rupi. Ricercatori all’opera anche ora, durante il periodo di vicinanza all’Unione Sovietica le ricerche furono sospese e sono riprese solo a fine secolo. I ritrovamenti stanno affiorando di mese in mese, potreste essere i prossimi scopritori di un tesoro incredibile!
Giovani venditori crescono, nel mezzo del nulla tra il Gobi ed il monastero di Onghin Khid (meglio, le poche rovine rimaste) questo insolito incontro con dei ragazzi intenti a vendere le loro suppellettili ai pochissimi viandanti. Immancabile il cavallo, il mezzo di trasporto principe della Mongolia, appena scalfito dalle Uaz anni ‘50/60 russe, che si rompono 3/4volte al giorno ma che vengono riparare ogni volta con un fil di ferro, della camera d’aria e un cacciavite. Per poter inteloquire con la popolazione locale è necessario avere al seguito una guida che traduca, solitamente quasi tutte le guide ufficiali parlano inglese e francese, quella del mio viaggio parlava anche un discreto italiano, ed essendo per lui un corso accelerato di apprendimento questo ci ha permesso di entrare maggiormente in contatto con la realtà locale grazie al suo interesse nei nostri confronti.
continua...