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Confini discussi - I

Stati sconosciuti, non riconosciuti e irriconoscibili
20 Agosto 2016

 

In un mondo in cui le guerre non smettono di divampare allo scopo di cambiare i confini politici o quelli d'influenza, è normale che non tutti gli stati indipendenti si riconoscano gli uni con gli altri. Forse non tutti sanno quali sono questi paesi: alcuni probabilmente non li avrete mai sentiti nominare, altri sono insospettabilmente importanti da stupirci che ci sia chi non li riconosce, altri sono vicini a noi e forse non abbiamo mai sospettato questa loro condizione. Oggi pubblichiamo il primo di una serie di post volti a chiarire questi aspetti che un vero viaggiatore dovrebbe conoscere.

 

Il monumento detto "Noi siamo le nostre montagne", simbolo del Nagorno-Karabakh - Archivio Fotografico Pianeta Gaia

 

Ad oggi esiste un solo stato che non è riconosciuto da nessun altro al mondo: si tratta del Somaliland, un lembo di terra che faceva parte della Repubblica della Somalia (nata dall'unione tra Somalia Britannica e Somalia Italiana avvenuta nel 1960) che nel 1991, al divampare della guerra civile, scelse con una consultazione popolare di distaccarsene. Una mossa che le ha risparmiato di essere ulteriormente invischiata nella distruzione che coinvolge il resto del Corno d'Africa e di consegnarsi nelle mani dei signori della guerra, ma che non è stata riconosciuta da nessuno stato, nonostante intrattenga buoni rapporti con l'Unione Europa, il Regno Unito e altri paesi. Al momento è un territorio visitabile in tranquillità - è più sicuro della maggior parte dei paesi che lo circondano - e che attrae i viaggiatori più avventurosi, non perché sfidano il pericolo ma perché si accontentano delle poche strutture di cui questa terra dispone, decisamente ancora poco sviluppata dal punto di vista turistico, anche se dotata di 460 km di costa su un mare strepitoso. La popolazione del Somaliland è ansiosa di dimostrare che non si corre nessun pericolo e, anche nella speranza di attirarne dei nuovi, è estremamente rispettosa e cordiale verso i pochissimi turisti.

 

La mappa del Somaliland, l'unico stato al mondo non riconosciuto da nessuno

 

Sono invece tre gli stati che sono riconosciuti solo da paesi non membri dell'ONU: Nagorno-Karabakh, Transnistria e Nuova Russia, tutti nati in seguito al dissolvimento dell'Unione Sovietica. Due di questi sono sorti in base al principio in vigore nell'ex-URSS secondo il quale le repubbliche, ma anche le oblast (regioni), potevano dichiarare l'indipendenza nel caso in cui l'Unione Sovietica fosse cessata. Quando ciò successe, la repubblica dell'Azerbaijan (a maggioranza musulmana) dichiarò prontamente la propria l'indipendenza ma non accettò la medesima scelta fatta dall'oblast del Nagorno-Karabakh, all'interno del suo territorio ma abitato da gente di etnia armena (e quindi cristiana) e confinante con la repubblica dell'Armenia. Il Nagorno-Karabakh fece un referendum, dall'esito scontato come spesso succede in questi casi, e uscì dall'Azerbaijan, che reagì scatenando un'offensiva. Il ricco Azerbaijan, stato pretrolifero, non riuscì mai a riconquistare il territorio perso e, anche se nel 1993 venne dichiarato il cessate il fuoco, la tensione ai confini è tuttora alta e solo pochi mesi fa vi sono stati ulteriori scontri. Ciò nonostante, è un paese interessante e visitabile senza particolari problemi, come ho fatto a giugno del 2014 (qui le foto del viaggio in questa terra e nella confinante Armenia). Per visitarlo basta recarsi in Armenia e da lì entrare nel suo territorio e, una volta giunti a Stepanakert, la capitale, ottenere un visto. Poiché l'Azerbaijan, per i motivi di cui sopra, non accetta passaporti in cui appare il visto del Nagorno-Karabakh, è possibile farselo rilasciare su un foglietto a parte.

 

Manifestazione pro-Russia a Donetsk, ex-territorio ucraino ora nella Nuova Russia

 

Più o meno la stessa cosa si è verificata in Transnistria, uno stretto lembo di terra in precedenza parte della Repubblica Moldava, autoproclamatasi indipendente nel 1990 per volontà della stragrande maggioranza della popolazione russofona di voler rimanere sotto le protettive ali di Mamma Russia. Il governo centrale non moldavo non accettò la cosa e ne seguirono scontri a fuoco nel 1992, ma l'appoggio dell'Esercito della Stella Rossa non era di quelli di poco conto. Oltre vent'anni più tardi, nel 2014, si è ripetuta la storia nei territori della cosiddetta Nuova Russia, storicamente facenti parte dell'Ucraina, anche dopo il crollo dell'URSS, ma popolate in maggioranza da popolazione russa. A seguito dei fatti, contemporanei a quelli della nascita della Nuova Russia, che hanno portato alla creazione della Repubblica Autonoma di Crimea immediatamente poi riunitasi alla Federazione Russa nell'indifferenza generale dell'opinione pubblica mondiale, anche la Nuova Russia ha chiesto di seguire lo stesso percorso, al momento non accettato.

Curiosamente, ma non troppo, Armenia e Russia, cioè gli stati a cui questi piccole nazioni vogliono congiungersi e che sono - senza il minimo dubbio - i veri ispiratori di queste dichiarazioni d'indipendenza, non li riconoscono ufficialmente, per non offrire il fianco alle accuse della controparte. Quindi a riconoscere questi stati sono più che altro paesi nelle stesse condizioni, che li riconoscono per essere a loro volta riconosciuti, desiderosi di legittimazione internazionale: il Nagorno-Karabakh è riconosciuto dall'Abkhazia, dall'Ossezia del Sud e dalla Transnistria, la Transnistria dall'Abkhazia, dalla Transnistria e dal Nagorno-Karabakh, la Nuova Russia solo dall'Ossezia del Sud, a cui a questo punto spetta la palma di stato “meno schizzinoso del mondo e che riconosce tutti”.

 

continua...

 

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