Con i voli Ryan Air è facile fare un fine settimana a costi contenuti a Malta scoprendone alcuni aspetti che la rendono la "isola che c’è" del Mediterraneo. All’arrivo in aereoporto le pratiche sono ridotte all’osso, valgono le regole di Schengen e quindi non occorre mostrar nulla per entrare nel territorio maltese. Dall’aereoporto col bus n° 8 in circa 40’ si arriva al terminal di La Valletta. Nel mio caso con un altro bus (qualsiasi della lunga lista dei 60….) si riparte per St. Julian’s, luogo pieno di strutture alberghiere del caliente periodo estivo, e quindi con prezzi bassissimi fuori da quei giorni. Sul bus provate a esibire il biglietto precedente, non sarebbe valido ma se c’è molta gente in fila si riesce a farlo passare per buono. Avendo due soli giorni, dedichiamo il primo a una visita dell’isola, ma abbandoniamo l’idea di farlo coi vecchi e caratteristici bus (in larga parte degli anni ’50, Leyland o Bedford) perché se i posti a sedere sono esauriti e qualcuno già sta in piedi non caricano nessuno. Così è bastato trattare con un taxista per procurarsi una guida itinerante (ci ha caricato senza problemi in 5) che ci ha scarrozzato per 4 ore nei posti che ci interessavano, aggiungendone lui alcuni.
Uno degli stretti vicoli de La Valletta
Prima sosta a Mdina, città fortificata che sorge su un promontorio dominante il versante est, città del silenzio e antica capitale isolana. Un’ora può bastare per perdersi nei suoi stretti vicoli e per percorrere i bastioni, ovviamente con questi tempi le visite ai musei sono da saltare. Da qui ci dirigiamo a Rabat, che altro non è cha la città attorno a Mdina, strade a larghezza dei carri trainati da cavalli e con alcune attrazioni interessanti, tra le quali la Grotta di St. Paul, l’evangelizzatore dell’isola. Sempre a Rabat si trovano due importanti catacombe, ma non avendole visitate non posso aggiungere nulla a quanto riportano tutte le guide. Per arrivare alle imponenti scogliere di Dingli, il taxista ci fa attraversare il Buskett Gardens dove si erge imperioso il Verdala Palace.
Le scogliere di Dingli
È possibile vagare per il bosco, non nel palazzo perché sede del governatore dell’isola. In un attimo da qui si arriva alle scogliere di Dingli, alte fino ad oltre 200 metri e nel punto più panoramico sormontante da una piccola cappella. La vista spazia sull’intera isola, a sud-ovest si può vedere la disabitata isola di Filfla, mentre ad ovest si scorgono i bastioni di La Valletta, il tutto mentre il vento alza la voce, fate attenzione a non sporgervi oltre il dovuto… Per gli amanti delle marmellate da segnalare nel parcheggio un venditore ambulante di deliziose composte e di succosissime arance (meno buoni i mandarini), che del resto vedrete in ogni dove nei pochi spazi non costuiti del luogo, anche perchè alberi di arance, mandarini e limoni sono piante tipiche di qualsiasi giardino. Lasciate parlare il vento, godetevi lo spettacolo, non occorre correre con l’auto perché le distanze sono piccole, il problema coi tempi lunghi degli autobus sorge perché le soste sono tante e le file per il biglietto fanno perdere tantissimo tempo, poi quassù non arrivano, quindi un piccolo investimento con un taxi e tanto a soddisfazione nel godersi il luogo, descanta y disfruta! Tra i prodotti artigianali più interessanti che si possono ammirare a Mdina ci sono le lavorazioni su vetro, così andiamo a visitare il Craft’s Village, che fra vecchie costruzioni a forma di hangar ne presenta una dedicata al vetro. Nessuna pressione per comprare alcunché (prezzi alti nel caso, ma lavorazioni veramente preziose), possibilità di visitare il laboratorio, poi prendiamo la via per Le Tre Città, che sarebbero le 3 penisole a sud di La Valletta: Senglea, Vittoriosa e Cospicua. Purtroppo apprendiamo che la visita all’Ipogeo di di Tarxien va pronotata con alcuni mesi di anticipo, così dal taxista ci facciamo scaricare a Vittoriosa, e dopo un veloce spuntino in un bar di piazza Misrah ir Rebha (dove apprezziamo la pizza maltese sormontata dalla loro salsiccia, formaggio al pepe e pomodori secchi) iniziamo l’escursione dal versante che da ad est, con la pregevole vista del Kalkara Creek per arrivare al forte St. Angelo, purtroppo chiuso, ma da dove le viste sui bastioni di La Valletta sono splendide, soprattutto quando come ora il vento porta nuvole di forme diverse ed in un attimo le spazza via. Rientriamo verso Cospicua per inoltrarci a Senglea fino al Senglea Point dominato dai Safe Haven Garden, che ha la vedetta più celebre dell’isola.
La concattedrale di S. Giovanni
Affacciarsi a dominare il Grand Harbour è un obbligo della visita! Rientriamo passando dal punto più alto della penisola dominata dalla Church of our lady of Victory per ritornare a Cospicua e prendere uno qualsiasi dei bus destinazione La Valletta. Da lì cambio per Sliema dove ci si può fermare a cenare in uno dei tanti ristoranti non dominati da musica a volume intollerabile come a Paceville. Specialità di pesce ovunque, piatti molto simili a quelli della cucina sicula, la distanza è minima ed il mare lo stesso, ovvio trovarci tanto pesce spada e tonno, tra i pesci locali svetta ovunque il lampuki. Tutti hanno la bella usanza di abbinare al pesce insalata e a scelta patate fritte oppure riso senza aggiunte di prezzo come d’abitudine italiana, per gli amanti del caffè si trova sempre l’espresso come da noi. Gli autobus girano fino alle 23, necessari per raggiungere Paceville (il cuore di St Julian’s) da Sliema, ma una passeggiata sul lungomare ci sta, soprattutto godendosi la bella vista di La Valletta illuminata nella zona del St. Salvatore Baston e della St. Anglican Cathedral. Paceville è tutta rumore e festa, dove la fanno da padrone le ragazzine locali che sfoggiano inesistenti microgonne e tacchi 15. Ora comprendo perché un gruppo di ragazzi erano partiti da Bologna per un addio al celibato a Malta, mi pareva una meta insolta la terra dei cavalieri di San Giovanni, non mi ero ancora illuminato sui nuovi costumi in usa da queste parti. Il secondo giorno, dovendo poi rientrare in serata all’aereoporto, lo dedichiamo alla visita della capitale che raggiungiamo in bus (questa volta nessun problema nel salire a bordo).
Una scena del carnevale cittadino
Causa carnevale il terminal che si trova tutto attorno alla Triton Fountain non è operativo, ma gli autisti indicano dove scendere per chi entrerà a La Valletta. Per anticipare la sfilata dei carri decidiamo di addentrarci subito nella via principale che trabocca di gente e visitare la St. John’s Co-Cathedral, ma causa messa in corso è possibile vederla solo in piccola parte. Allora iniziamo a vagare per le viuzze che lasciano mirare i tantissimi balconi aggettanti, in pratica un prolungamento degli appartamenti grazie a terrazze chiuse da strutture prevalentemente in legno che ne fanno un ambiente in più. Per questione di tempo decidiamo di tralasciare i musei che richiederebbero alcune giornate intere per sviscerare i tanti segreti della città di gentiluomini per gentiluomini (non a caso Corto Maltese si definiva gentiluomo di ventura), così del grandioso Grand Master’s Palace facciamo conoscenza solo dei cortili interni per arrivare a mezzodì al forte di St. Elmo dove va in scena la parata In Guardia, parata militare in costume a rievocazione dello scontro Francia-Malta. L’importanza strategica del forte fu fondamentale nella guerra contro i turchi, ora il luogo è la sede dell’accademia di polizia e a parte il cortile centrale non è visitabile. Il versante verso sud, che da su Tre Città regala più di un luogo interessante a cominciare dal piccolo spazio dei pescatori per arrivare al Siege Bell Memorial dedicato ai caduti della seconda guerra mondiale (nodo cruciale del mediterraneo nel periodo 1941-43). Appena sopra sorgono i Lower Barraka Gardens e si ammirano grandi viste sia verso i bastioni di La Valletta che su Vittoriosa e su Fort Ricasoli. Salendo ancora si accede agli Upper Barraka Gardens, vista ancora più ampia ma meno piacevole perché sono troppo in evidenza le gru del porto di Senglea, a meno che non siate amanti degli scenari industriali. Mentre il carnevale diventa padrone della città e non si trova un bambino non interamente mascherato, facciamo una tappa in un dei bar del centro storico per poi andare a rimirare il lato nord dei bastioni con vista da St. Andrew verso l’isola Manoel e Sliema. Uscendo da La Valletta si entra in Floriana, la capitale vera e propria, attraversata dal largo Mall e aperta su svariati giardini. Tutto un altro fascino, ma ormai occorre buttare l’occhio all’orologio per recuperare il bus destinazione aereoporto, al solito n° 8 che facendo un largo giro verso Paola, Qormi e Luqa ci porta al terminal delle partenze. Velocissime tutte le pratiche per l’imbarco, non occore arrivare con particolare anticipo, c’è tanta gente ma è soprattutto gente in gita domenicale con bambini. Tra le tante mete interessanti in molti indigeni scelgono questa, evidentemente alla lunga anche i grandi e splendidi scenari che l’isola regala possono stancare e anche un piccolo e amichevole aereoporto può essere scambiato per qualcosa che valga la pena visitare, gusti decisamente personali! Ovviamente servirebbe molto altro tempo per visitare il resto dell’isola e per entrare meglio nella sua lunga storia, ma per un fine settimana Malta ha veramente tantissimo da offrire chiedendo uno sforzo economico decisamente contenuto. Il periodo migliore per andarci ci è stato indicato da tutti in maggio, temperature ottime, possibilità di andare in acqua senza gelare così da inframezzare le escursioni.