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Perché andare in Uzbekistan

La nostra miniguida al paese dell'Asia Centrale nel cuore della Via della Seta
07 Marzo 2015

 

PERCHÈ ANDARE IN UZBEKISTAN

 

L'Uzbekistan è una destinazione ancora poco conosciuta dal grande pubblico, nonostante le indubbie bellezze che può offrire al visitatore. Come molti degli stati che facevano parte dell'Unione Sovietica, il paese è vasto e poco abitato ma la maggior parte dei siti interessanti si trova su un ristretto asse centrale e, a parte l'attraversamento del Deserto Rosso – noioso ma non complicato -, gli itinerari non comportano particolari difficoltà. È il paese in cui la celeberrima Via della Seta dà il meglio di sé, con antiche città ricche di strepitose vestigia che raccontano di un passato importante.

 

DIFFICOLTÀ DEL VIAGGIO

Praticamente nessuna: i siti sono ben conservati e facilmente raggiungibili e la gente è estremamente cordiale. I pochi aspetti critici di cui tenere conto sono che l'inglese è poco conosciuto (come in tutta quella parte di Asia Centrale, la lingua franca è il russo ma si può ovviare con guide che parlino inglese o italiano) e il clima, che può essere davvero molto freddo o molto caldo, rendendo imprescindibile scegliere bene il periodo della visita. Una cosa che mi ha sorpreso è stata la scarsità delle cene nel periodo estivo: secondo la mentalità locale, quando fa molto caldo la sera bisogna mangiare poco e, adeguandosi a questo precetto, i ristoranti offrono oggettivamente meno scelta rispetto a mezzogiorno. Nonostante finisca in -stan, il paese è ben lungi dall'essere preda del fondamentalismo islamico; le donne al massimo portano un fazzoletto in testa come in campagna da noi fino a qualche tempo fa e si può decisamente parlare di Islam moderato, al punto che il governo non consente i classici cinque richiami quotidiani dei muezzin.

 

Il Viale dei Mausolei, Samarkanda - Archivio Fotografico Pianeta Gaia


QUANTI GIORNI SERVONO

Le distanze non ridotte costringono ad alcuni spostamenti piuttosto lunghi e quindi, per avere il tempo di visitare per bene i siti maggiori - fondamentalmente le città più importanti indicate di seguito nei "must", serve almeno una settimana. Con una decina di giorni ci si può godere maggiormente ogni singolo sito ed eventualmente, avendo due settimane intere a disposizione, si posso includere negli itinerari destinazioni meno battute ma comunque interessanti: Nukus ospita l'importante collezione Savitsky di dipinti delle avanguardie sovietiche (sopravvissute alla censura perché in questo posto lontano da tutto); la zona delle qala, le fortezze di terra battuta abbandonate sparse nel territorio desertico; la Valle di Fergana, il cuore agricolo del paese, confinante con l'Afghanistan e dalla religiosità più sentita che in altre zone; il surreale Lago d'Aral, o quel che ne resta, praticamente prosciugato dai programmi sovietici di coltivazione del cotone.

 

IN CHE STAGIONE È MEGLIO ANDARE

Come già scritto, è molto importante scegliere bene il periodo giusto, visto il clima decisamente continentale che presenta stagioni dai climi opposti. In inverno il termometro può tranquillamente scendere verso i -15° e in estate superare con facilità i 40°. Ne consegue che le stagioni migliori sono quelle intermedie: la primavera tra aprile e maggio e autunno tra settembre e ottobre. Io ci sono stato a giugno: la temperatura sfiorava i 40° e anche se, essendo decisamente secco, il caldo si percepisce meno, potendo scegliere è meglio andarci un mesetto prima.


 

A CHI PIACERÀ ANDARE IN UZBEKISTAN

Quello in Uzbekistan è un viaggio per chi ama l'architettura e immergersi nel glorioso passato di queste terre, per secoli incrocio vitale di ricchi commerci ma anche di idee che si svolgevano lungo la Via della Seta. La maggior parte dei luoghi di interesse sono antichi edifici religiosi e monumenti, molti dei quali inseriti a buon diritto nell'elenco dei siti Patrimonio dell'Umanità da parte dell'UNESCO. La natura non è particolarmente interessante e anche il Deserto Rosso non è certo spettacolare come il Deserto del Namib o il Sahara. Se avete modo di interagire con i locali, potrete sperimentare la generosa ospitalità degli uzbeki.


La madrassa di Chor Minar, Bukhara - Archivio Fotografico Pianeta Gaia

 

I MUST

 

TASHKENT:

La capitale è una città moderna e, anche se non è imperdibile, dovrete comunque passarvici perché ogni volo internazionale passa da qua, quindi tanto vale approfittarne per coglierne il meglio. È una città essenzialmente moderna, nulla a che vedere con le altre che vedrete in seguito: ha qualche edificio storico interessante, il Chorsu Bazar che è il mercato più grande e interessante del paese ed è la città che, essendo abitata da più stranieri, offre i migliori ristoranti e locali serali della nazione.


SAMARKANDA:

Il luogo più rinomato di questa città antica quasi quanto Roma è il Registan, la piazza sulla quale si allineano tre scuole coraniche seicentesche annoverabili tra gli edifici più stupendi dell'intera storia dell'architettura islamica: le madrasse di Ulug Beg, di Shir Dor e di Tillya-Kari. Altro edificio imperdibile è il Gur-Emir, il mausoleo di Tamerlano, fatto erigere dal nipote nel 1400, adiacente alla parte più antica e caratteristica della città. Ma forse il complesso più bello è quello di Shakh-i-Zinda, una necropoli costituita da centinaia di monumenti funebri di incredibile bellezza, ricoperti di ceramiche raffinatissime. Come se tutto ciò fosse poco, Samarkanda ha ancora altre frecce nel suo arco: l'osservatorio astronomico di Ulug Beg, il museo di Afrasiab e l'imponente moschea di Bibi-Khanym. Per visitare tutto servono due giorni, tre ancora meglio.

 

BUKHARA:

Non meno ricca di edifici di grande interesse, Bukhara non ha nulla da invidiare alla più famosa Samarkanda. Diversi sono i siti imperdibili: il mausoleo di Ismail Samani, allo stesso tempo arcaico e delicato; la maestosa moschea di Kalon dallo spettacolare minareto, vero simbolo cittadino; l'Ark, la cittadella dalle massicce mura fortificate dove risiedeva l'emiro; la moschea di Bolo-Hauz dalle raffinate colonne che si specchiano nell'antistante specchio d'acqua; la madrassa di Nadir Khan Devanbegi, originariamente un caravanserraglio; il Chor Minar, una madrassa dallo stile architettonico inconsueto. E le serate le potrete trascorrere a fianco della piscina artificiale di Labi-Hauz, magari dopo aver a lungo curiosato tra le bancarelle di antiquariato.

 

Il minareto di Kalon svetta nello skyline di Bukhara al tramonto - Archivio Fotografico Pianeta Gaia

 

SHAHRISABZ:

È l'antichissima città natale di Tamerlano, il grande condottiero fondatore dell'Impero Timuride e vero eroe nazionale uzbeko. Benché il centro del potere sia sempre stato altrove, anche durante il periodo in cui comandava il suo più famoso figlio, Shahrisabz ha molti edifici antichi importanti ma questi versano in uno stato di conservazione decisamente meno splendente di quello delle altre più famose città antiche uzbeke. Probabilmente perché più danneggiati ma forse anche perché non sono stati fatti oggetto del restauro, a volte fin troppo zelante, operato altrove. Da non mancare la Moschea del Venerdì e il gigantesco (e parzialmente distrutto) arco che costituiva l'ingresso palazzo di Ak-Saray, di fronte al quale ora si trova una gigantesca e moderna statua del comandante, a quanto pare meta irrinunciabile per le coppie di novelli sposi.

 

KHIVA:

Più piccola di Samarkanda e Bukhara, Khiva è come uno scrigno pieno di tesori. Circondata da imponenti mura che ne racchiudono la parte più vecchia, è tutto un susseguirsi di madrasse, moschee, mausolei, palazzi e musei che forse, presi uno alla volta, non sono paragonabili a quelli delle più rinomate sorelle ma così splendidamente inserite in questo compatto e coerente centro storico sembrano ancora più belli. Fra le tante cose da visitare vi sono il palazzo di Tosh-ovli, la moschea Juma, la madrassa di Allakuli Khan e quella di Kutlimurodinok. E al tramonto potrebbe essere molto suggestivo fare una passeggiata sulle mura, dalle quali godere la vista di questo piccolo gioiello inondato dalla calda luce del sole morente.

 

DA PORTARE CON SÉ:

Abbigliamento fresco per il giorno e più caldo per le fresche serate, in quanto il terreno sabbioso, come è noto, non cede durante la notte il calore accumulato durante il giorno come invece fa la terra. Imprescindibile anche qualche protezione solare per testa e occhi, oltre a scarpe comode visto che i tanti monumenti richiedono intere giornate a piedi. Vi servirà anche un portafoglio capiente (meglio uno ancora uno zainetto), non perché il costo della vita sia alto ma perché le banconote che circolano sono di taglio piccolissimo e vi basterà cambiare un centinaio di euro per avere le tasche gonfie di carta. Portate con voi sufficiente contante: le carte di credito non sempre sono accettate e trovare un bancomat, per quanto non impossibile, non sempre è facile.

 

Le maestose mura di Khiva - Archivio Fotografico Pianeta Gaia

 

COSA COMPRARE:

Da terra che per secoli ha vissuto di commerci, l'Uzbekistan ha molto da offrire a chi vuole portarsi a casa qualche ricordo. In generale l'antiquariato è molto interessante e come in tutta l'Asia Centrale il tappeto la fa da padrone, ma bisogna sapere cosa si cerca perché la qualità può essere molto alta e i prezzi adeguati. Meno impegnativi rispetto ai tappeti, almeno come peso da trasportare, sono i suzani, colorate stoffe a ricami geometrici tribali utilizzate come dote della sposa che possono essere fantastiche decorazioni da parete nelle nostre case. Anche qui il livello qualitativo può variare molto e conseguentemente anche i prezzi. Molto preziosi sono gli antichi abiti in seta tessuti con la tecnica dell'ikat, ma è possibile trovare prodotti meno importanti e costosi comunque di grande impatto. Se cercate qualcosa di meno impegnativo, potreste prendere delle marionette in abiti tradizionali oppure i simpatici “timbri” a chiodi che usano i fornai per decorare le caratteristiche forme circolari del pane locale.

 

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