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Islanda, terra di contrasti

Resoconto di un tour dell'isola di fuoco
25 Novembre 2012

 

Una destinazione a cui pensavo da  tempo, ma per motivi lavorativi avevo sempre dovuto accantonare: viaggiare a Giugno o Luglio col mio lavoro è difficile. Quest'anno finalmente ce l’ho fatta. È difficile descrivere questo paese se non con i soliti aggettivi triti e ritriti, per cui tralascio ogni introduzione e vi porto direttamente nel viaggio.

 

I voli per il nostro gruppetto (dodici persone) sono stati prenotati con Pianeta Gaia con 10 mesi di anticipo. I collegamenti diretti con orari "umani" sono pochi e con prezzi elevati; bisogna quindi muoversi con grande tempismo. I servizi a terra invece, ci sono forniti dai nostri amici del Tucano Viaggi; dopo lunga contrattazione abbiamo avuto una tariffa ottima. Volo tranquillo e perfetto, dopo 4 ore abbondanti atterriamo a Reykiavyk. Ci aspetta la nostra guida Margareth, che si rivelerà una stupenda compagna di viaggio per tutto il tour.

 

L'Islanda ha circa 700.000 abitanti con una superfice pari a un terzo dell’Italia. Come se non bastasse, più della metà vive nell'area della capitale. Insomma, fuori da quest’area la presenza umana è veramente scarsa. Reykiavyk non può sicuramente essere definita una metropoli: è piccola, con un centro molto vivo e ricco di ristorantini e pub che nei week end estivi si riempono.  Ce ne accorgiamo la prima sera, quando per mangiare dobbiamo dividerci in due gruppettini, perché è impossibile trovare un locale che ci accolga tutti insieme.

 

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L'area termale di Geysir - Archivio Fotografico Pianeta Gaia

 

La prima cosa che colpisce è la luce. Vado a dormire alle 23:00 ed è ancora chiaro. Mi alzo alle 7:00 sempre con la luce. Chiudo le finestre, tiro le tende, non basta! Nel mio cervello c'è qualcosa che non quadra. Perché andare a dormire se c'è la luce? Questo strano effetto me lo porterò dietro ancora per un paio di giorni e prendere sonno non sarà immediato, nonostante le giornate intense. Cena in centro, buffet di pesce per niente male.

 

La mattina partenza per l'inizio del nostro tour, destinazione il Parco Nazionale di Thingervellin, zona di interesse archeologico e storico. Qui si è riunita la Prima Assemblea Nazionale degli antichi islandesi intorno al X secolo e da qui venivano emanate le leggi e discusse vertenze di vario genere. Nella medesima zona incontriamo per la prima volta la "dorsale medioatlantica" ossia la fenditura del terreno punto d'incontro-scontro tra la placca europea e quella nordamericana. Tutti abbiamo studiato le placche e i loro movimenti, causa di terremoti, ma vedere questa spaccatura affiorare in superfice in modo così netto, quasi una linea tratteggiata col righello è veramente affascinante. Come inizio niente male: il parco offre un paesaggio magnifico e si capisce perchè gli antichi iniziarono a riunirsi da queste parti.

 

Parco Nazionale di Thingvellir

Parco Nazionale di Thingvellir - Archivio Fotografico Pianeta Gaia

 

Nel pomeriggio incontro con i geyser alla sorgente di Stokkur, dove ogni 5/10 minuti esce questo getto alto fino a 25 metri. Spettacolo puro, unito alla fortuna di una bella giornata che mi permette qualche bella foto in controluce. Diciamo che come primo giorno, non possiamo lamentarci: intensa e con un ottimo tempo che da queste parti non è cosa da poco.

 

Terzo giorno: destinazione Skagafjordur, una zona famosa per gli allevamenti dei cavalli islandesi. Ci fermiamo in una fattoria, dove il proprietario ci offre caffè, tè e un’ottima torta fatta in casa. Poi assistiamo ad un breve spettacolo equestre con questi magnifici animali. I cavalli islandesi sono gli unici che hanno cinque andature: ossia oltre alle classiche passo, trotto, canter e galoppo hanno il tölt, un andatura in cui le gambe anteriori e quelle posteriori hanno movimenti molto diversi.

 

Una casetta magica a Akureyri

Una casetta magica a Akureyri - Archivio Fotografico Pianeta Gaia

 

La giornata prosegue con alcune tappe fotografiche su panorami marini straordinari e quindi si arriva all’hotel. Fino ad ora non abbiamo ancora parlato delle sistemazioni alberghiere che meritano sicuramente qualche riga: in Islanda si può soggiornare in tre modi differenti: in hotel come abbiamo fatto noi, mediamente dei 3* molto semplici, ma assolutamente puliti e confortevoli. Un'ottima alternativa sono in molte zone gli alloggi degli studenti. Il governo islandese incentiva moltissimo la popolazione a restare nelle proprie zone di nascita cercando di contenere per quanto possibile lo spopolamento delle campagne. Per fare questo offre molti servizi: ogni singolo paesino (anche solo di 500/800 abitanti) ha una sua palestra, un centro sportivo con piscina e altri servizi. Inoltre vengono costruiti dei poli scolastici con alloggi per studenti, mense, campi sportivi etc... Durante il periodo estivo queste strutture vengono utilizzate per turismo, data la scarsità di strutture ricettive. Sono molto confortevoli e carine! Terzo tipo di soggiorno sono le fattorie e le abitazioni di privati che mettono a disposizione delle stanze. Questa soluzione è più semplice, ma sicuramente molto, molto carina... Ma richiedono una buona conoscenza della lingua inglese.

 

Proseguiamo nel nostro viaggio e il quarto giorno arriviamo a visitare il lago Myvatn, una zona vulcanica, con all'interno una serie crateri e laghi con panorama unico e poi le cascate Godafos. L'Islanda è ricchissima di cascate, alcune veramente notevoli.

 

Parco nazionale di Skaftafell

Parco nazionale di Skaftafell - Archivio Fotografico Pianeta Gaia

 

Le balene Cena presto (verso le 18:30) per poi partire per un'escursione in barca per l'avvistamento delle balene. Dopo circa 20/30 minuti di trasferimento in auto arriviamo al piccolo porto di Husavik se ben ricordo, e da lì ci imbarchiamo su un vero e proprio peschereccio, riadattato a scopi turistici... Ma neppure tanto! Diciamo sicuramente ripulito. Purtroppo non è la nostra serata! Navighiamo lungo tutto il fiordo, con un paesaggio magnifico, arrivando sino in mare aperto, ma purtroppo nessuna balena viene a salutarci. Al ritorno (verso le 22:00, ma sempre con una luce incredibile)  viene organizzata una piccola gara di pesca, letteralmente incredibile! Butti l'amo e in due minuti massimo tiri su di tutto. Una volta sbarcati ci aspetta la sorpresa di una grigliata fatta con i frutti della nostra pesca. Sono le 23:00 e la luce continua ad accompagnarci.

 

Partenza per l

Partenza per l'avvistamento delle balene - Archivio Fotografico Pianeta Gaia

 

Senza accorgecene siamo arrivati al quinto giorno, quasi sempre accompagnati da un tempo soleggiato con qualche rapido passaggio di nubi: qui le nubi corrono nel vero senso della parola! Questa mattina il tempo non ci è favorevole: pioviggina, le nubi sono basse. Iniziamo a percorrere la costa est famosa per i suoi fiordi panoramici, ma il panorama si vede poco. La bravissima Margareth, la nostra guida, ci fa notare che questo lato dell'isola non ha porti: è considerato uno dei tratti di mare più difficili e pericolosi. In tarda mattina arriviamo alla famosissima laguna glaciale, dove iceberg di varie dimensioni arrivano al mare creando un paesaggio lunare. Purtroppo piove ancora per cui non posiamo ammirare i riflessi di luci che questi iceberg sicuramente creano. Per i cinefili su questa laguna è stata girata una scena di un film di 007 con inseguimento tra i ghiacci. Proseguiamo e arriviamo a Vik, località famosa per le sue spiagge nere: le loro dimensioni infinite, il cielo un po’ grigio, la luce crepuscolare della sera creaono un grande fascino.

 

Le spiagge nere di Vik

Le spiagge nere di Vik - Archivio Fotografico Pianeta Gaia

 

In motoslitta sul ghiacciao Per non farci mancare nulla per questa sera abbiamo previsto anche un'escursione sul ghiacciaio con giro in motoslitta. Un'ora di trasferimento con delle jeep dalle ruote altissime stile americano. Tempo sempre pessimo! La salita al ghiacciaio ci porta dentro le nubi... Insomma il pessimismo comincia a entrare nelle nostre teste. Ma la guida non demorde: su c'è il sole! Ed ha ragione, ad un certo punto buchiamo le nuvole e sbuchiamo sopra le nubi. Arrivati al rifugio ci mettiamo la tuta completa, guanti, casco e ammennicoli vari e partiamo. Penso ci sia poco da aggiungere alle foto!

 

In motoslitta sul ghiacciaio

In motoslitta sul ghiacciaio- Archivio Fotografico Pianeta Gaia

 

Il giorno dopo proseguimento lungo la costa sud con sosta alla scogliera di Dyrholaey, dove migliaia di uccelli vanno a nidificare, compresa la famossima pulcinella di mare. Proseguiamo verso Reykiavyk con una sosta alle cascate di Skogarfoss.

 

Cascata di Skogarfoss

Cascata di Skogarfoss- Archivio Fotografico Pianeta Gaia

 

La Laguna Blu Arriviamo presto e con qualche compagno decidiamo che non possiamo perderci la celeberrima Laguna Blu. Molti ci dicono che è esageratamente turistica, ma noi vogliamo vedere di persona. C'è un servizio bus diretto dalla capitale per la laguna, che in 40 minuti circa ci porta a destinazione. La laguna blu è un'area termale dove le acque calde del geyser si uniscono all'acqua di mare; l’acqua ha un colore azzurro quasi irreale ed è contenuta in grandi crateri naturali (o quasi). Insomma l'effetto è straordinario, nonostante queste piscine siano diventate un'attrazione enorme e quindi luogo dove arrivano migliaia di turisti. Secondo me ne vale la pena!

 

La Laguna Blu nella parte non aperta al pubblico

La Laguna Blu nella parte non aperta al pubblico - Archivio Fotografico Pianeta Gaia

 

Il cibo Abbiamo dimenticato di raccontare il mangiare. Sicuramente non si va in Islanda per il cibo;  ciò detto, la mia aspettativa era molto bassa (stile Finlandia per intenderci, dove non si mangia male, ma la varietà non sanno cosa sia: renna e salmone; salmone e renna). La realtà islandese è piacevolmente diversa: abbiamo sempre mangiato molto bene e con una discreta varietà.

 

Purtroppo il viaggio è terminato e partendo la mattina seguente mi faccio una promessa: voglio tornare per vedere anche la parte interna dell’isola.

 

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