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Vita, morte e miracoli del passaporto - I

Caratteristiche e curiosità di un documento imprescindibile per ogni viaggiatore
29 Marzo 2022

Come tutti ben sappiamo, per viaggiare in Europa basta un documento d'identità ma per entrare in paesi di altri continenti è necessario un passaporto, un documento che tutti noi viaggiatori abbiamo ma che probabilmente non conosciamo a fondo. Il passaporto, così come lo conosciamo adesso, è nato solo dopo la II Guerra Mondiale ma, ovviamente, gli individui viaggiavano in tutto il mondo anche prima, praticamente da sempre. Nondimeno l'importanza dei confini e del controllo delle persone e delle merci che sono autorizzare a varcarli è altrettanto antica.

 

(foto pixabay.com)

 


 

Quando è stato emesso il primo documento di viaggio? Difficile stabilirlo con precisione ma già nell'Antico Egitto i Faraoni rilasciavano ai propri messaggeri un cartiglio per proteggerne l'incolumità durante i loro spostamenti, e altri tipi di permessi venivano concessi ai commercianti. In Grecia vigeva un permesso apposito per gli stranieri, in Medio Oriente agli ambasciatori veniva affidato un anello col sigillo reale, così come per entrare all'interno delle mura che proteggevano le città etrusche bisognava esibire un lasciapassare. Nella Bibbia si parla di un ufficiale persiano che viaggiava in Giudea con una lettera scritta dal re Artaserse I - sovrano della Persia tra il 464 e il 424 a.C. - in cui si chiedeva un "passaggio sicuro". Fu soprattutto durante l'Impero Romano, spesso circondato da popolazioni guerriere con le quali non di rado aveva trattati commerciali, che i varchi di confine diventarono luoghi attraverso i quali esercitare sorveglianza per motivi di sicurezza ma anche per motivi fiscali. Valeva spesso anche il contrario, cioè esistevano restrizioni all'uscita da un paese – non di rado più severe di quelle di entrata – per evitare diserzioni, fuga di debitori, spionaggio e altre sparizioni indesiderate, non molto diversamente da quanto succede tuttora nella Corea del Nord, dove solo una ristrettissima élite fedele a Kim Jong-un può sperare di ottenerne uno. Lo stesso Impero Romano richiedeva autorizzazioni governative per viaggi all'interno del suo immenso territorio, Giustiniano giunse a introdurre controlli di polizia per l'ingresso a Costantinopoli. Con la caduta dell'Impero Romano, il moltiplicarsi degli stati e la conseguente complicazione delle relazioni internazionali, i controlli alle frontiere aumentarono, prova ne sono le leggi emanate dal re longobardo Rachis a metà dell'VIII secolo che stabilivano come l'accesso nel suo regno potesse avvenire solo tramite specifici valichi, dove si poteva ottenere il permesso a entrare, o uscirne, solo dopo approfondito interrogatorio.

 

(foto pixabay.com)

 

Nel Medioevo molti stati rilasciavano dei permessi di viaggio, di norma con un elenco di paesi che il possessore poteva attraversare. Erano documenti individuali concessi in via più o meno eccezionale, di norma con durata limitata nel tempo, in pratica equivalenti a quello che oggi sono i visti. Deroghe erano riconosciute alle aree attigue ai porti, considerate zone di libero scambio, ma poi servivano documenti per potersi addentrare all'interno del paese. Alcune categorie avevano permessi speciali. Oltre ai diplomatici e ai messaggeri ufficiali, anche i pellegrini religiosi godevano di un trattamento privilegiato, benché attentamente controllati per impedire che persone non autorizzate – soprattutto le temute spie straniere – si mescolassero a loro. Spesso infatti, all'ingresso in un paese, venivano sottoposti a interrogatori più o meno accurati. Le trectoriae, rilasciate dal re Canuto d'Inghilterra nel X secolo ai pellegrini, non solo permettevano di raggiungere i luoghi sacri ma anche di ricevere vitto e alloggio presso determinati monasteri. Un'altra categoria agevolata era quella dei commercianti, l'esempio più illustre è quello di Marco Polo, il quale beneficiava di lasciapassare particolarmente prestigioso: due tavolette d'oro con iscrizioni rilasciate dal condottiero mongolo Kublai Khan che ne garantivano la sicurezza nel vastissimo Impero Cinese del XIII secolo. Godevano di libertà di movimento anche altre categorie di lavoratori richieste anche all'estero quali muratori, carpentieri, decoratori e altri ma, in un'epoca in cui le guerre erano assai frequenti, si cercava di limitare l'accesso agli stranieri potenziali nemici e contemporaneamente impedire la fuoriuscita di uomini in età per essere soldati.

 

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