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Patagonia - III

Il dettagliato diario di viaggio del nostro Luca
22 Marzo 2012

 

...segue

 

9° giorno 

Con l’organizzazione di Miguel “descansa” Angel procediamo ad un giro dell’isola verso il parco nazionale  e presso alcune delle più antiche chiese in legno dell’isola (si parla siano 150, patrimonio mondiale decretato dall’Unesco). Prima tappa a Nercon, poi Chonchi dove possiamo fermarci anche al museo del paese (ricostruzione di una tipica casa chilote). Da qui partiamo per il parco con sosta a Cucao, ennesima chiesa in legno e visita al cimitero che è la riproduzione del paese, con vie, chiese e case, proprio come fosse luogo di vita. Il parco nazionale non è niente di più che un insieme di alberi ed erbacce, molto più spettacolare si rivela la spiaggia dei fossili con l’oceano che fa la voce grossa. Miguel ha tempistiche boliviane, così possiamo ammirare ogni dettaglio dell’isola ma arriviamo tardi per poter vedere le tipiche palafitte di Castro. Si fa fatica anche a trovare un ristorante aperto, in molti non servono più da mangiare ma solo da bere o donne di facili costumi! Troviamo però un posticino che serve una specialità di salmone ripieno da leccarsi i baffi. Le coltivazioni intensive di salmone stanno soppiantando la storica pesca in mare che era la tradizione principe dell’isola. Ma la grande richiesta di salmone da parte di Cina e Giappone e i loro soldi facili ha la meglio nei confronti della tradizione.

 

Parco Nazionale Chiloé, Cile

 

10° giorno

Di mattina presto andiamo a vedere le famose palafitte, poi visita alla Iglesia de San Francisco tutta di legno, anche i grandiosi interni e poi via verso Achao, piccolo paesino nella zona più a est dell’isola. Qui arrivano tutti gli abitanti delle piccolissime isole vicine a far compere e a vendere le lore cose, c’è movimento e tanti colori. Poi rientriamo verso Curaco de Velez, caratteristico ma vuotissimo e infine Dulcahue che per gli isolani è il primo paese di terra ferma, visto che prima ci trovavamo su isolette di Chiloè (per i choliti l’isola è continente, un mondo loro a parte di tutto e andandoci vi lascerà proprio quell’idea). Sempre coi bus locali, rientriamo a Castro per regalarci una succulenta cena presso uno dei ristoranti di Castro che danno sul mare e sono costruiti su enormi palafitte. Proviamo il curanto, il piatto più chilota che esista: un trionfo di disumane cozze, enormi vongole, altri molluschi sconosciuti assieme a carne di maiale affumicata e pollo. Il tutto in un brodo di una bontà assurda che viene anche servito a parte assieme a pane caldo. Spettacolo assoluto, un piatto da mangiare assolutamente per capire l’essenza dell’isola.

 

Chiesa di legno a Dulcahue, Isola di Chiloé, Cile

 

11° giorno

Col bus andiamo ad Ancud, nel nord dell’isola e alloggiamo presso un hospedaje, essendo vigilia di Natale si appresta alla grandissima parilla della notte con protagonista assoluto l’agnello. In via del tutto eccezionale possiamo cenare con loro, però prima visitiamo i dintorni del paesino. La camminata che raggiunge la collina dominante il villaggio regala viste fantastiche, la giornata è talmente bella che si può ammirare la catena delle Ande col solito Osorno a dettar legge. Nel pomeriggio andiamo a visitare una folta pinguinera nei dintorni. Ci vuole circa un’ora di bus per arrivare, poi si sale su di un gommone per avvicinare le isole dove vivono due specie di pinguini, gli Humboldt e i Magallanes. È una cosa più unica che rara questa convivenza, anche se entrambi si riproducono solo con la specie simile. Riusciamo a distinguere le differenze tra una specie e l’altra anche noi, poi rientriamo sulla terraferma per andare a far visita a Serafin Gonzales, un anziano Chilote che da secoli (guardatelo poi dategli un’età) raccoglie sassi, fossili e reperti animali. C’è anche un’enorme scheletro di balena, impressionate e bellissimo, ma ci sono anche sassi del tutto insignificanti. Non si paga nulla, va fatta un’offerta direttamente a Serafin, che vi ringrazierà enormemente anche per la più piccola moneta che gli darete. La cena di Natale è uno spettacolo, c’è tanto di quell’agnello che ci trasformiamo in lupi abruzzesi, perdendo il dono della parola e iniziamo a ingurgitare carne come non mai, il tutto mentre Don Luis ci regala scene indelebili. Dimenticavo, Feliz Navidad!

 

Le palafitte di Castro, Isola di Chiloé, Cile

 

12° giorno

Il giorno di Natale ci concediamo una sveglia ritardata e dopo colazione ce ne andiamo a Playa Gruesa. Verso le 11:00 non c’è nessuno, evidentemente i festeggiamenti sono stati molto pesanti. Il mare è quasi impraticabile, Arma Cristian e Giulia ci si buttano più per farsi fotografare che per il gusto di nuotare e ben presto riguadagnano la sabbia. La temperatura si alza fino ai 30° e la spiaggia si popola ma noi dobbiamo tornare a Puerto Montt col bus. Mentre attendiamo il bus, notiamo che il regalo più gettonato per i ragazzini locali è stata la bicicletta. A confronto dei nostri cellulari o delle playstation, ci sembra che qui siano molto più evoluti di noi. Ci fermiamo a dormire dal cognato di Don Luis che ci viene a prendere alla stazione dei bus. Il suo nuovo residencial è piuttosto fuori, ma ci permette di usare la cucina e gentilmente ci accompagna al supermarket. Incredibile ma vero ne troviamo uno aperto così riusciamo a mangiare una buona pasta asciutta.

 

continua...

Argentina e Cile - I

Argentina e Cile - II

 

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