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Vietnam, Laos e Cambogia

Il foto-racconto dei nostri viaggiatori Gabriella e Orazio
04 Aprile 2014

 

Eccovi il foto-racconto del tour nel cuore dell'Indocina effettuato da Gabriella e Orazio. Vietnam, Laos e Cambogia, tre paesi apparentemente simili ma ognuno con storia e peculiarità che li differenziano. Destinazioni i cui monumenti antichi, la profonda religiosità e le popolazioni sempre col sorriso fanno venire nostalgia a chi li lascia.

 

Preriscaldamento a Bangkok con visita della città (spesso bloccata da manifestazioni): le case klong sul fiume Chao Phya, un po’ di templi principali come il Wat Trimit e il Palazzo Reale. Il nostro amico Paolo, appassionato fotografo, ha "donato" la sua bella macchina fotografica al dio del fiume Chao Phyaovvero le è caduta irrimediabilmente in acqua, causa la sua proverbiale distrazione. C'è rimasto molto male, ovviamente...

 

 

Vientiane: pagode e templi, città tranquilla e in sviluppo.

 

 

 

Luang Prabang: città ancora più tranquilla, in lancio turistico. Merita proprio, caratteristica per i suoi templi e tramonti. Prima gita sull’enorme Mekong e poi monaci e mercato all’alba.

 

 

 

Baia di Halong: grande baia con centinaia di isole e di enormi scogli piantati in verticale. Breve crociera in un panorama incredibile inmezzo a villaggi galleggianti di pescatori. Tante navi di turisti, clima un po’ freddino, per fortuna senza nebbia e acqua non sempre pulita.

 

 

 

Hanoi: la capitale, dalla caratteristica architettura francese. Centro storico inondato da un impressionante numero di motorini in perenne circolazione, con strombazzamenti continui. Te le ritrovi dappertutto, con intere famiglie intere (bebè compresi) e hai grosse difficoltà ad attraversare la strada, anche ai semafori. Tuttavia non abbiamo visto incidenti e anche le automobili, tutte nuove, giapponesi o coreane e di grossa cilindrata, non portano segni di incidenti. Notevoli le pagode e i musei, suggestivi i ricordi di Ho Chi Minh, non fa molto caldo.

 

 

 

Hoi Han: deliziosa, pulita e calda cittadina del centro Vietnam. Tante lanterne e case d’epoca coloniale. Ci troviamo nella regione dei Cham (bello il museo) e delle spiagge dove riposavano i soldati statunitensi di stanza durante la guerra degli anni '70.

 

 

Hué: antica capitale, ha ancora la cittadella dell‘800 (in restauro) e i mausolei degli ultimi imperatori. Escursione sul Fiume dei Profumi fino alla notevole Pagoda della Dama Celeste e, sempre sotto la pioggia e fasciati nei "viet-condom", emozionante viaggio in pedal-risciò fra migliaia di motorette suonanti, fino al mercato, sempre in compagnia assillante delle moto (sempre in movimento, forse passano così il tempo, in tutto il Vietnam).

 

 

Saigon:  nessuno la chiama Ho Chi Minh City. Qui pare che le moto siano 5 milioni su 9 milioni di abitanti (emozionantissimo attraversare le strade, anche al semaforo). È una metropoli con moderni grattacieli e intensa vita commerciale. Ancora qualche traccia di bello stile francese, con alberghi famosi (es. Continental) e l’edificio delle Poste di Eiffel, vicino alla neogotica Cattedrale Cristiana (dove quel giorno non era ammesso l’ingresso gli occidentali).

 

Tuffo inevitabile nella guerra del Vietnam, con visita a Cu Chi con tutte le armi esposte nella giungla e l’enorme rete di cunicoli (si rischia di rimanerci incastrati) che forma una diabolica città sotterranea. La visita al War Remnants Museum completa il ricordo dell’assurda guerra, con migliaia di raccapriccianti foto e conferma la fierezza del popolo vietnamita (che fra l’altro è stato l’unico a sconfiggere Gengis Khan!).

 

 

Delta del Mekong: la regione da Cai Bei fino a Chau Doc è percorsa dai diversi rami del grande fiume, i più piccoli grandi come il Po. Tanta acqua e un bel caldo. Numerosissime le famiglie intere di pescatori che vivono con i loro bebè sulla barca, su case galleggianti o su palafitte sulla riva del fiume (o lago). Altri coltivano riso sulle ubertose sponde, che in questo clima posso garantire fino a sei raccolti all'anno (alternando altro al riso). La guida ci diceva che vivono proprio alla giornata ed è sorprendente la loro serenità, per non dire gioia di vivere. Tratto anche in pullman, con relativo traghetto sull’enorme Mekong, per raggiungere Chau Doc, da cui, la mattina dopo, navigazione per 5 ore sul Bassac (ramo, sempre enorme, del Mekong) per raggiungere la Cambogia, superando le frontiere sul fiume.

 

 

 

Phnom Phen: subito si nota la grande differenza tra i vietnamiti e i cambogiani/laotiani: attivissimi, fieri e laboriosi i primi (che sono ora 90 milioni), tranquilli, quasi rassegnati ma senz'altro più sereni i secondi (sono 6/10 milioni). Interessanti, oltre alla danza durante la colazione sul Mekong (qui ne confluiscono tre rami), la visita al Museo Nazionale, con i magnifici reperti scultorei Khmer (anche l’originale del Re Lebbroso), e la Città Reale, dove vive ancora il re, con la Pagoda d’Argento (tutto il pavimento in mattonelle di Ag) e i Buddha d’oro e di giada. Un plastico di Angkor Wat con lo sfondo di monaci ci anticipa il clou del viaggio.

 

 

Tonle Sap - Siem Reap: dopo un lungo, ma sempre interessante, viaggio in pullman attraverso una campagna abbastanza arida e su strada fiancheggiata da migliaia di case e capanne, raggiungiamo il grande lago (sembra un mare!) e incappiamo in un coloratissimo matrimonio. Navighiamo poi i canali tra campi di arachidi e riso e il lago, tra i soliti numerosi pescatori e le loro case galleggianti (sulla riva sono su palafitte). Poi la prima notte a Siem Reap, a 6 km dalla “foresta di pietra” di Angkor.

 

 

 

Angkor: sito di 400 kmq, con circa 300 costruzioni fra palazzi e templi, circondata dalla foresta e con canali (spesso ora senza acqua). Città viva dal 802 al 1414, con fino a 1 milione di abitanti, poi abbandonata. Ora invasa dalla vegetazione e riscoperta nel 1858 da un naturista francese. Angkor Wat è il sito meglio conservato e impressionante, ma anche gli altri, a partire da Angkor Thom fino alle Terrazze colpiscono e danno un incontenibile prurito ai fotografi. Ecco le foto dei templi visitati in 2,5 gg (specifico il secolo di costruzione): uno spettacolo, che forse le foto non sempre riescono a rendere. Angkor è stato il clou: vale il viaggio da sola, anche se offre uno spettacolo essenziale (tutte pietre) e non ha il colore tipici dei templi e monumenti orientali.

 

Pre Rup, X secolo:

 

Ta Som, XII secolo:

 

Neak Pean, XII secolo:

 

Preah Khan, XII secolo:

 

Angkor Wat, XII secolo:

 

Angkor Thom, XII secolo:

 

Bayon, XII secolo:

 

Baphuon, XI secolo:

 

Phimeanakas, X secolo:

 

Terrazze del Re Lebbroso, XIII secolo:

 

Ta Keo, IX secolo:

 

Ta Prom, XII secolo:

 

Prasat Kravan, IX secolo:

 

Banteay Srei, IX secolo:

 

Roluos Bakong, IX secolo:

 

Preah Ko, IX secolo:

 

La visita non è facile: raccomandata una ottima guida locale, come avevamo noi (per non citare super Silvana): caldo, gradini alti, tanta gente, sempre in movimento, in mezzo a tante pietre e alberi enormi. Infine solita osservazione da fieri italiani: in quei secoli, e anche un millennio prima, i nostri avi hanno prodotto qualcosa in più… Tanto che oggi forse stentiamo un po’ a crederlo e anche a conservarlo!

 

Infine la natura è sempre superba: vegetazione lussureggiante, alberi enormi, frutti impensabili, fiumi imponenti. Lo scenario più caratteristico è dato dalle risaie e dagli orti punteggiati da contadini locali, spesso col cappello a cono, che paiono vivere in pace e riconoscenti, immutabili da secoli. Al contrario le grandi città, qui simbolo del lato negativo del progresso. Per concludere, ottimi i voli Thai, l'assistenza locale e tutti gli alberghi.

 

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