Da Alghero a Roma 14.99€ con Ryanair, da Bologna a Parigi 19,88€ con Easyjet, da Roma a Praga 19.99€ con Wizz Air. Questo è quello che ho trovato in mezz’oretta sul web. Cifre con le quali si compra il libro di successo del momento o una bottiglia di quello buono, ma senza esagerare. Per non parlare del Londra-Bergamo di qualche tempo fa a 6,99 sterline, roba che a parcheggiare a pochi passi da Harrods per alcune ore si spende di più. Pur ammettendo di non aver usufruito personalmente mai molto dei voli low cost, sicuramente poter viaggiare spendendo così poco è una cosa apprezzabile. In questo articolo voglio rispondere alla domanda che tutti, almeno una volta, si sono posti: come fanno dei voli a bordo di jet a reazione, che solo di carburante costano cifre esorbitanti (un Milano-New York può costare tranquillamente 30.000 € di solo kerosene), ad essere venduti a prezzi così bassi? Il trucco, o meglio i trucchi, ci sono e non sempre sono legati all’ottimizzazione delle procedure o all’assenza di servizi ai viaggiatori. Vediamo un po’ quali sono.
Prezzi
A volte sono prezzi civetta. Pubblicizzati a grandi caratteri sui siti poi, all’atto pratico, di posti così economici ce ne sono pochi, se non pochissimi, e spesso se li sono accaparrati i più lesti. Altre volte ci sono ma per trovarli bisogna spendere ore di tempo e sapere come districarsi nella giungla delle offerte. Prenotare nei portali può costare una commissione in più, attorno ai 15€, meglio quindi dai siti delle compagnie. Attenzione a togliere il flag per l’assicurazione di viaggio (altri 15€ in media) e a non necessitare ulteriori dettagli rispetto a quelli forniti, solitamente ottenibili solo da numeri telefonici a pagamento. Non c’è un “momento migliore” per cercare il prezzo più basso: se si prenota troppo presto il prezzo è quello – non ancora molto basso - stabilito inizialmente, se si prenota tardi il prezzo risente dell’andamento delle vendite e può essere più basso se la compagnia teme di far volare un aereo mezzo vuoto ma anche più alto, se vede che c’è parecchia richiesta.
Aeroporti
Le compagnie low cost atterrano preferibilmente in aeroporti secondari, che hanno tasse aeroportuali più basse e che, essendo meno frequentati, hanno gestioni più semplificate e costi inferiori. Non stupitevi se Orio al Serio, in provincia di Bergamo, diventa “sinonimo” di Milano per chi viaggia con Ryan Air. Ugualmente chi va a Londra potrebbe atterrare a Stansted, a più di un’ora dalla città, così come chi si reca a Parigi è facile scenda a Beauvais (a 70 km dalla capitale) se non addirittura a Vatry (a 150 km), e non agli aeroporti cittadini di Charles de Gaulle o Orly, rispettivamente a 25 e 14 km. Inoltre spesso i voli low cost partono ad orari scomodi, all’alba o a notte fonda, quando i mezzi di trasporto economici sono più radi se non proprio assenti per ore.
Attenzione a non superare i limiti per il bagaglio a mano
Aerei
Gli aerei sono gli stessi delle compagnie di bandiera ma allestiti in maniera diversa. In un Boeing 737, togliendo le più larghe poltrone della prima classe e sfruttando lo spazio al massimo, una compagnia low cost può disporre di 148 posti contri i normali 128. Le compagnie low cost si concentrano su pochi modelli (se non proprio uno) e tutti dello stesso produttore. Questo comporta meno bisogno di manutenzione, meno personale a terra, meno formazione e procedure di controllo più agili, che permettono a un velivolo di ripartire appena 25 minuti dopo l’atterraggio, quando una compagnia di bandiera di norma necessita di almeno 45 minuti. Il carburante viene acquistato in grandi quantitativi e stoccato per non risentire delle fluttuazioni del prezzo. I voli sono a corto o medio raggio (cosa non economica dal punto di vista del carburante visto che il grosso del consumo si verifica al decollo), quindi permettendo voli più frequenti e minori spese per il personale.
Procedure automatizzate
La vendita dei biglietti avviene esclusivamente via internet e in minor parte via telefono, e l’utilizzo del free seating permette di semplificare le procedure di assegnazione dei posti. Se però uno vuole prenotare un posto specifico si può fare, basta pagare. I biglietti sono emessi solo in formato elettronico e il cliente il pezzo di carta se lo stampa per conto proprio ma attenzione a non dimenticarlo o a stamparlo illeggibile: c’è che chi ve lo ristampa ma chiede 60 €. Altamente incentivato il check-in online, così da ridurre anche il personale addetto all’imbarco.
Servizi a pagamento
I bagagli da mettere in stiva si pagano. Ovvio che, per viaggi di durata breve, tutti cerchino di usare il solo bagaglio a mano, cosa che peraltro significa anche minor peso e quindi minor consumo di carburante. Come tutti sappiamo, le compagnie low cost sono estremamente fiscali sul controllo del bagaglio a mano: se questo non rispetta al millimetro le dimensioni (diverse per ogni compagnia) o il peso massimo (anche se solo di qualche etto), il bagaglio va obbligatoriamente mandato in stiva, e per la Ryan Air sono 60€ in più, cifra che nei casi citati all’inizio vale oltre il triplo del costo del biglietto. In volo sono disponibili, a pagamento, generi in duty free ma anche snack e bevande, facendo leva sul divieto di portare in cabina contenitori più capaci di un decilitro. Non siamo ancora giunti alle toilette o al wi-fi a pagamento ma non credo ci manchi molto.
Spese del personale
Non solo meno personale (Ryan Air ha un dipendente ogni 9679 passeggeri contro i 715 della British Airways), ma anche stipendi e garanzie sono inferiori a quelle che spettano ai dipendenti delle compagnie di bandiera. Spesso hostess e steward percepiscono una percentuale sul venduto in volo, in modo da essere spinti ad integrare lo stipendio proponendo i prodotti. Si cerca di assumere personale residente presso le basi di partenza e di farli rientrare in giornata, così da risparmiare su pernottamenti fuori sede e diarie. Spesso le spese di formazione sono a carico dei lavoratori.
Servizi a terra semplificati e più agili
Sovvenzionamenti pubblici
Di tutti gli aspetti che concorrono ad abbassare il prezzo, è quello meno conosciuto e finisce per pagarlo anche chi non ha mai preso un aereo in vita sua. Gli aeroporti (peraltro troppi, in Italia sono 44 e vi sono un paio di regioni che ne hanno sei) sono enti a partecipazione regionale, conseguentemente i soldi elargiti alle compagnie low cost per eleggere un aeroporto come loro scalo, che attingono ai “Fondi sviluppo rotte” delle Regioni, in ultima analisi provengono dalle nostre tasche. Non si parla di due euro, come spiega questo articolo: Al gran bazar degli aiuti di Stato Ryanair batte Alitalia 100 a 75. La motivazione addotta è l’incentivazione del turismo verso l’Italia, peccato che nella maggior parte dei casi il numero dei passeggeri in uscita sia superiore a quelli in entrata. In alcuni casi questi sovvenzionamenti hanno portato a dei risultati positivi (Bergamo, Pisa), ma più spesso finiscono per affossare il bilancio dell’aeroporto.